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Un ordine professionale per i pizzaioli: la proposta di legge in Senato

Due senatori di Forza Italia hanno presentato un disegno di legge per l’istituzione dell’albo dei pizzaioli. Potranno esercitare la professione solo coloro che conseguiranno regolare qualifica professionale imposta per legge.
A cura di Charlotte Matteini
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pizza piccola

Un albo professionale per i pizzaioli. È quanto propone il disegno di legge depositato questa mattina in Senato dai parlamentari di Forza Italia Bartolomeo Amidei e Paola Pelino. La proposta, composta da 10 articoli totali, prevede l'istituzione di un ordine professionale dedicata ai pizzaioli, con tanto di esame e diploma finale. Secondo i due senatori, la certificazione permetterebbe di salvaguardare il valore di un prodotto famoso e importante per il made in Italy come la pizza. Insomma, una garanzia a tutela del consumatore. Quattro milioni di pizze mangiate ogni giorno, in media ogni pizzeria ne sforna almeno 80 quotidianamente, secondo i due parlamentari di Forza Italia, che durante la conferenza stampa di presentazione del disegno di legge hanno illustrato alcuni dati relativi al prodotto simbolo del Belpaese, sarebbe necessario proteggerne la qualità, viste le consistenti cifre e il giro d'affari milionario in ballo.

"Da italiani abbiamo la responsabilità di difendere il made in Italy oggi nel nostro Paese circa 100mila persone ‘fanno pizza', con gli aiuto-pizzaioli arriviamo a 150mila. Le pizzerie rappresentano il 50% del fatturato totale della ristorazione. Si sente parlare spesso di frodi alimentari, contraffazione e cibo avariato per la sicurezza degli alimenti credo sia molto importante anche il controllo finale di colui che tocca e cucina il cibo, portandolo in tavola", ha dichiarato il senatore Amidei. "Se siamo famosi al mondo lo dobbiamo anche alla pizza per troppo tempo i pizzaioli sono stati tenuti da parte, come qualcosa di folkloristico, invece di essere davvero valorizzati. Ora inizieremo le audizioni in commissione Industria, mi auguro che questa proposta diventi presto legge", ha dichiarato la senatrice Pelino spiegando il contenuto della proposta di legge.

Analizzando invece la proposta di legge per il "riconoscimento della qualifica professionale di pizzaiolo", all'articolo 2 il ddl individua come caratteristica essenziale per richiedere l'iscrizione allo specifico albo il conseguimento di "un diploma di competenza rilasciato esclusivamente dalle associazioni nazionali di pizzaioli" oppure "di un diploma di istruzione professionale alberghiero o un diploma di laurea nelle materie attinenti le scienze dell’alimentazione con specifico riferimento alla preparazione della pizza".

All'articolo 3, invece, il disegno di legge individua i requisiti minimi che ogni aspirante pizzaiolo deve possedere per poter iscriversi all'ordine professionale, ovvero almeno 18 mesi di "praticantato" verificabile dall'iscrizione alla camera di commercio o da un rapporto di lavoro subordinato regolarmente registrato, oppure il possesso di qualifiche o diplomi che attestino il superamento di un esame teorico e pratico. L'attestato che permette l'accesso all'albo dei pizzaioli, però, viene rilasciato solo in seguito alla frequenza di un corso di almeno 120 ore, di cui 40 di laboratorio pratico, 30 di lezioni di lingua straniera, 20 di scienze dell'alimentazione e 30 di igiene e somministrazione di alimenti, al termine del quale la preparazione viene verificata mediante un esame. La qualifica ottenuta ha validità quinquennale e per ottenere la proroga, il pizzaiolo dovrà frequentare corsi di aggiornamento a cadenza programmata.

L'articolo 5 della proposta di legge, invece, stabilisce i termini per l'istituzione dell'albo professionale dei pizzaioli e l'obbligatorietà dell'iscrizione allo stesso per tutti coloro che intendano esercitare l'attività professionale con la qualifica di pizzaiolo professionista. Inoltre, il disegno di legge ammette la possibilità di iscrivere "di diritto all'albo i maestri pizzaioli in grado di documentare almeno dieci anni di attività o che dirigono équipe composte da almeno quattro collaboratori" e stabilisce lo stanziamento di un fondo finanziario dedicato da 5 milioni di euro.

Il disegno di legge è stato accolto con entusiasmo dalle associazioni di categoria: "Per noi è un sogno che si realizza. Tutte le associazioni di categoria oggi si sono radunate Roma per raggiungere un obiettivo comune, senza personalismi, e arrivare al riconoscimento legistativo di questa importante qualifica professionale. Da più di trent'anni ci occupiamo di formazione dei pizzaioli secondo le regole della tradizione. Negli anni Ottanta, quando esplose la moda dei ‘paninari’, noi pizzaioli napoletani decidemmo di tutelare la nostra arte e il nostro prodotto di fronte al dilagare dei fastfood. Il nostro marchio ‘Vera pizza napoletana’, con il Pulcinella che regge una pala per informare la pizza, è riconosciuto in tutto il mondo. L'importante adesso è fare una legge che sia nell'interesse dei formati e non dei formatori", ha dichiarato il  direttore dell’Associazione verace pizza napoletana Antonio Pace.

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