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Un italiano su tre abita con i genitori: Crisi o mammoni?

Secondo uno studio Coldiretti/Censis sempre più italiani abitano con i genitori o nelle vicinanze e amano mangiare cibi preparati in casa. Un fenomeno che accomuna giovani e anziani.
A cura di Antonio Palma
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Un italiano su tre abita con i genitori: Crisi o mammoni?

Gli italiani sono stati sempre un po' mammoni, ma con la crisi economica sono sempre di più quelli che non rinunciano ai genitori per non avere difficoltà economiche. Lo rileva uno studio Coldiretti/Censis che evidenzia come oggi più del 31% degli italiani maggiorenni abita con almeno un genitore. La percentuale aumenta addirittura al 42,5% se si considerano anche quelli che vivono a un massimo di 30 minuti a piedi dall'abitazione di mamma e papà. Insomma vivere insieme è meglio e più conveniente e del resto in Italia  la famiglia da sempre è il perno delle relazioni affettive e di aiuto. Se si considerano le fasce di età, infatti, si nota che la vicinanza ai genitori in Italia è una caratteristica diffusa fra tutte le generazioni, dai giovani che come era prevedibile rappresentano la percentuale più alta, fino ad arrivare agli anziani che per il 32,5% coabita ancora con almeno un genitore. La fascia di età che abita un po' più distante è quella dei 45-64enni in cui solo l'11,4% abita insieme ai genitori, ma non troppo visto che ben il 57% non si è spostato di molto alloggiando in prossimità.  Ma non solo i genitori, la famiglia per la maggioranza degli italiani è tutto visto che ben il 54% di loro vive a un massimo di 30 minuti a piedi dall'abitazione di qualche parente stretto.

La famiglia soggetto di welfare – Insomma, come spiega il rapporto, con la crisi economica la famiglia è diventata un vero e proprio soggetto di welfare che serve a tutelare i membri in difficoltà che ne hanno bisogno, non solo i più giovani che non trovano lavoro, ma anche gli anziani che hanno bisogno di assistenza. Come ha ricordato il presidente della Coldiretti, Sergio Marini, "la solidarietà tra generazioni sulla quale si fonda l'impresa familiare è un modello vincente per vivere e stare bene insieme e non un segnale di arretratezza sociale e culturale come molti si ostinano ad affermare". Forse anche per il difficile momento del Paese, gli italiani sembrano aver sempre più bisogno di fare comunità. Non a caso  ben l'85% dei nostri connazionali continua a fare la spesa alimentare sotto casa, spesso nei piccoli e antieconomici negozi di quartiere che tuttavia svolgono un rilevante ruolo sociale. Sempre secondo il rapporto Coldiretti/Censis infatti più di un italiano su due preferirebbe vivere in un luogo dove le persone si conoscono e si aiutano, e pensa che vivere in comunità significhi stare meglio e migliorare la propria qualità della vita.

La potenza aggregatrice del cibo – Con la crisi e la voglia di stare insieme cosa è meglio del cibo preparato in casa tra amici? Lo sanno bene gli italiani che negli ultimi anni hanno riscoperto il piacere di stare ai fornelli preparando pranzi e cene per amici e parenti soprattutto nei giorni festivi. La potenza aggregatrice del cibo è comprovata dagli stessi dati dello studio Coldiretti/Censis che ci informano che annualmente ogni italiano dedica alla preparazione dei pasti un tempo pari a 11 giorni, che significa oltre sette ore alla settimana. Questa abitudine insieme a quella di portarsi al lavoro cibo preparato in casa fanno capire l'attenzione degli italiani verso il cibo, non a caso per il 57% della popolazione la distintività del proprio territorio regionale risiede proprio nel patrimonio enogastronomico locale.

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