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Umberto Eco lascia la Mondazzoli: “Lo facciamo perché siamo dei pazzi!”

Il grande filosofo e scrittore insieme a Sandro Veronesi, Hanif Kureishi, Tahar Ben Jelloun non ha accettato di pubblicare per la Mondazzoli, il nuovo colosso controllato da Segrate, e ha deciso di seguire e finanziare il nuovo progetto di Elisabetta Sgarbi, “La nave di Teseo”.
A cura di Andrea Esposito
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Umberto Eco annuncia il suo addio alla “Mondazzoli”, il colosso nato dalla fusione di Mondadori e Rizzoli, per sostenere la nuova avventura editoriale di Elisabetta Sgarbi, “La nave di Teseo”, la cui nascita ufficiale è stata annunciata proprio oggi. Una nuova casa editrice, quindi, finanziata da un gruppo, assai prestigioso, di scrittori con in testa Umberto Eco che sostiene il progetto con due milioni.

"Mio nipotino mi ha chiesto ‘Nonno perché lo fai?'. Gli ho risposto ‘Perché si deve'". Con queste parole Eco spiega i motivi che lo hanno spinto a questa scelta. Inoltre il filosofo e scrittore racconta di come l’editoria sia il modo più elegante per dissipare i propri risparmi, in modo lento, ma sicuro. Oltre a lui gli azionisti della neonata casa editrice sono naturalmente Elisabetta Sgarbi e poi Mario Andreose ed Eugenio Lio,

“In Teseo c'è l'idea dell'amicizia che è la vecchia Einaudi, la Sellerio di Sciascia… lo statuto morale di ogni casa editrice. Infine c'è il mare che è l'avventura, il pericolo, ma anche il porto che mescola le identità”. Così Eco in conclusione definisce la nuova scommessa editoriale.

Per quanto riguarda gli autori oltre a Eco figurano tra quelli che hanno già dato la loro adesione: Sandro Veronesi, Hanif Kureishi, Tahar Ben Jelloun e alcune altre importanti firme Bompiani. Marina Berlusconi, presidente di Mondazzoli, non ha accettato, secondo quanto ha dichiarato Elisabetta Sgarbi, “la possibilità di una nostra autonomia editoriale e gestionale".

Questa scelta, tuttavia, non avrebbe una matrice “politica” alla base, in quanto secondo Eco “il progetto è l'unica alternativa alla Settimana Enigmistica, il vero rimedio contro l'Alzheimer. Siamo dei pazzi". Sui diritti, invece, di alcuni suoi grandi successi, come “Il nome della rosa” e “Il pendolo di Foucault” rimarranno alla Mondazzoli rispettivamente fino al 2020 e 2018.

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