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Del Basso De Caro indagato per peculato. Avviso di chiusura indagini per il sottosegretario

Scatta l’avviso di chiusura indagini per il sottosegretario del Governo Renzi Umberto Del Basso De Caro, indagato per peculato in merito all’inchiesta sui fondi a gruppi regionali.
A cura di Vincenzo Iurillo
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C’è anche il sottosegretario Pd alle Infrastrutture Umberto Del Basso De Caro, consigliere regionale della Campania dal 2010 al 2013 e per un periodo anche capogruppo dei democratici prima del ritorno in Parlamento, tra i destinatari di una cinquantina di avvisi di conclusa indagine per i rimborsi allegri ai gruppi politici della Regione Campania. Le notifiche stanno avvenendo in queste ore. L’ipotesi di reato: peculato. Ma in qualche caso è contestata anche la truffa. Le indagini sono state condotte dal Nucleo Tributario della Guardia di Finanza di Napoli e coordinate dal pm Giancarlo Novelli. I nomi che fanno più rumore: il coordinatore Fi in Campania Domenico De Siano e la parlamentare Eva Longo. Tutti incappati, come gli altri, nelle maglie di un’inchiesta che si è mossa su un’ipotesi di fondo: in assenza dell’obbligo di rendicontazione, grazie alle falle di una legge regionale piuttosto permissiva (poi abrogata), i fondi pubblici destinati ai gruppi per attività politiche e istituzionali potrebbero essere stati distratti per finalità private e comunque per spese non attinenti alle finalità pubbliche del finanziamento erogato. Sospetto fondato sulla lettura degli scontrini ritrovati dai militari della Gdf tra le spese dei gruppi: bottiglie di vino, sigari, tinture per capelli, un giocattolo, sigarette, bombole di gas, cd e film in dvd, il pagamento dell’imposta Tarsu di una sede di partito. E altre amenità.

L’allarme rosso al Centro Direzionale si accende il 21 settembre 2012. Sono i giorni del Laziogate e del caso Fiorito. La Gdf entra negli uffici del consiglio e fa incetta di documentazione. Lo spunto investigativo è una telefonata intercettata al consigliere regionale Ugo De Flavis (all’epoca Udeur, oggi Ncd) per una vicenda di presunta corruzione legata all’assunzione di una parente in una società collegata alla Regione. In quella conversazione si fa riferimento all’utilizzo dei fondi pubblici regionali. Nel mirino delle Fiamme Gialle il fondo per il funzionamento dei gruppi consiliari (1.055.981 euro), quello per la comunicazione (1.523.000 euro), quello per l’assistenza attività istituzionali (1.891.000 euro). Sono cifre annuali. In ogni caso i militari analizzano gli anni dal 2010 al 2012, per un totale di circa 10 milioni di euro. Il Pdl ha goduto di circa 206.000 euro annuali per 21 consiglieri. Il Pd ha ottenuto 152.000 euro (14 consiglieri). Udc e Lista Caldoro hanno ottenuto 71.183 euro. L’Idv ha goduto di 53.105 euro. Circa 44.000 euro per il gruppo misto. 35.000 euro a Udeur, Pse, Noi Sud. La legge – poi abrogata – consentiva un massimo di 1.100 euro al mese al singolo consigliere (voce diversa e in aggiunta all’indennità) e un massimo di 2.100 euro al capogruppo. Ogni gruppo però si è dotato di un proprio autonomo regolamento e in pratica nessun consigliere strappava il massimo. Il Pdl elargiva ai consiglieri 800 euro mensili, il Pd 600 euro. Le attenzioni degli inquirenti si sono concentrate soprattutto su alcune presunte truffe: false fatturazioni per prestazioni inesistenti sulle quali ottenere rimborsi non dovuti. Il 20 dicembre 2012 è finito agli arresti il consigliere Pdl Massimo Ianniccello, accusato di essersi ‘sgraffignato’ 63.000 euro tramite ‘cartiere’ intestate a prestanomi. Poco prima delle elezioni politiche un invito di garanzia con invito a comparire stronca la candidatura nella lista Pd di Nicola Caputo, uno dei vincitori delle parlamentarie. Un altro avviso di garanzia tocca il consigliere Pdl Angelo Polverino. Il 22 aprile 2013 tocca ai consiglieri Sergio Nappi e Raffaele Sentiero, il primo ai domiciliari, il secondo con una misura cautelare più blanda: anche per loro l’accusa di aver imbrogliato sulle fatture. Poi a luglio 2013 la Finanza notifica 53 inviti a comparire e scopre quasi tutte le carte dell’accusa. Infine nel febbraio scorso è finito agli arresti domiciliari uno dei più stretti collaboratori del Governatore Caldoro, l’ex capogruppo del Nuovo Psi Gennaro Salvatore, con l’accusa di peculato aggravato e continuato.

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Vincenzo Iurillo è giornalista professionista dal 2002. Nel 2009 con Bruno De Stefano ha scritto ‘La Casta della Monnezza’ (Newton Compton). Scrive sul Fatto Quotidiano sin dalla nascita della testata fondata da Antonio Padellaro, Peter Gomez e Marco Travaglio. A gennaio una sua incalzante inchiesta in più puntate da Benevento ha provocato le dimissioni del ministro Nunzia De Girolamo.
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