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Ue risponde a Renzi: “Fondi per profughi Turchia non pesano su deficit, era già deciso”

Il portavoce della commissione Ue avverte: “Sui fondi per la Turchia già deciso a dicembre, sulla flessibilità italiana per migranti vedremo in primavera”
A cura di Antonio Palma
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I contributi che i singoli Paesi dell'Unione Europea sono chiamati a versare alla Turchia per l'emergenza profughi non verranno contabilizzati ai fini del deficit di bilancio. A metterlo in chiaro oggi è stato il portavoce della commissione europea, Margaritis Schinas, tenendo a sottolineare che la questione era stata già ampiamente dibattuta al vertice Ue di dicembre al termine del quale è stato raggiunto un accordo in merito. Secondo la portavoce dell'Esecutivo Ue, infatti, il fatto era a conoscenza dei Paesi dalla fine del 2015 proprio perché era nel documento finale del vertice tra i 28 inviato a tutti dalla stessa Commissione. Il riferimento ovviamente è alle recenti parole del nostro Premier Renzi che nelle ultime settimane, dopo gli scontri verbali con Bruxelles sulla tenuta dei conti pubblici dell'Italia, aveva spiegato di voler attendere una risposta delle istituzioni europee sulla flessibilità per i contributi per la questione migranti.

L'Italia "è da sempre disponibile, ma stiamo aspettando che le istituzioni europee ci diano alcune risposte su dei quesiti che abbiamo formulato per le vie brevi, sul modo di intendere questo contributo e gli altri necessari all'immigrazione" aveva dichiarato infatti il Premier al termine dell'incontro con la cancelliera Merkel riferito anche allo stanziamento per la Turchia. La cifra totale indicata per la Turchia è di 3 miliardi di euro, ma il fondo è condizionato al "bisogno e natura del finanziamento" e le cifre "saranno riviste alla luce dello sviluppo della situazione". Ciascun Paese dovrà contribuire in base al proprio Pil e per l'Italia si tratta di un cifra intorno ai duecento milioni di euro.

"Sulla flessibilità chiediamo che le regole Ue che esistono siano applicate, non chiediamo nuove regole" aveva sottolineato il Presidente del Consiglio parlando in generale dei costi per l'emergenza migranti. Da questo punto di vista però la risposta di Bruxelles appare ancora molto lontana. La Commissione Ue valuterà "in primavera" se accordare all'Italia la flessibilità per le spese per i migranti nel calcolo del deficit ai fini del Patto di stabilità e crescita, e la valutazione si farà "caso per caso ed ex post sulla base di spese fatte", ha ricordato infatti lo stesso portavoce dell'Esecutivo Ue.

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