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Migranti, l’Ue boccia ancora Italia: “I rimpatri sono insufficienti, appena 279”

Secondo le accuse di Bruxelles, il nostro Paese difficilmente riuscirà a raggiungere l’obiettivo di trasferire 39.600 persone in due anni. Solo in quell’occasione la procedura di infrazione avviata nei nostri confronti tre anni or sono sarà ritirata. Accuse nei confronti di Germania e Francia.
A cura di Biagio Chiariello
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Nuovo aggiornamento sulla procedura d'infrazione aperta dalla Commissione a luglio 2013 contro l'Italia accusata di aver violato le regole comunitarie e non aver registrato completamente, e accuratamente, i migranti sbarcati sulle coste nazionali, in particolare sul sistema di rilevamento delle impronte dei richiedenti asilo e sulla relativa trasmissione dati eseguite senza rispettare il regolamento previsto. Bruxelles segnala poi che nei due soli hotspot operativi in Italia, a Lampedusa e Pozzallo, la registrazione delle impronte digitali dei migranti “ha raggiunto un tasso del 100% per gli sbarchi più recenti”, si legge nel rapporto della Commissione Ue sull'Italia, segnalando il progresso dal 36% di settembre all'87% di gennaio. “Una volta pienamente operativi”, si legge ancora, “ci si aspetta che gli hotspot in Italia abbiano una capacità di registrazione di impronte di 2.160 migranti al giorno, ben al di sopra della media di arrivi di gennaio”.

L'Italia ha ricollocato solo 279 profughi

“Nonostante il fatto che i ricollocamenti dall'Italia siano iniziati alcune settimane prima rispetto alla Grecia, questi sono ancora molto indietro rispetto" all'obiettivo dei 39.600 rifugiati in due anni, secondo quanto si legge  sempre nel rapporto della Commissione Ue. Finora l’Italia avrebbe ricollocato appena 279 profughi, con 200 richieste inattese. "Il basso tasso" di ricollocamenti, però, "è largamente dovuto ai limitati arrivi di migranti" con i requisiti per beneficiarne. "L’Italia ha compiuto oltre 14 mila rimpatri di persone che non avevano diritto all’asilo nel 2015 e ha partecipato a 11 voli Frontex congiunti di richiedenti asilo respinti", ma "questo resta insufficiente nel contesto di oltre 160 mila arrivi" in tutto l’anno scorso, spiega ancora il rapporto della Commissione Ue.

L'Ue accusa anche Francia e Germania

Bruxelles ha inviato la ‘lettera di messa in mora' anche a Francia, Grecia, Lettonia e Slovenia per la stessa mancanza. Come l’Italia non avrebbero notificato le misure con cui è stata trasposta la direttiva del 2011 sui ‘residenti di lungo periodo' che estende le regole per prendere la residenza anche ai rifugiati. La Commissione Ue ha inviato un parere motivato, seconda tappa della procedura d'infrazione, anche a Germania ed Estonia per non aver comunicato le misure nazionali con cui hanno trasposto la stessa direttiva sulle procedure per l'asilo, che stabilisce normativa comuni per accordare o rimuovere la protezione internazionale. Inoltre, contro la Germania, Bruxelles procede anche per tardiva trasposizione della direttiva sulle condizioni di accoglienza, che stabilisce le misure di accesso all'accoglienza per i richiedenti asilo che attendono l'esame della loro domanda.

I Balcani "al centro delle sfide per l'Europa"

I flussi "senza precedenti" di profughi e rifugiati lungo la rotta balcanica – cominciati nell'estate 2015 e intensificatisi nei mesi successivi – hanno posto i Balcani occidentali "al centro delle sfide per l'Europa", si legge ancora nel rapporto della Commissione europea, in merito ai progressi ottenuti con l'adozione delle misure per il contrasto della crisi migratoria lungo la rotta balcanica. "Circa 880 mila persone – prosegue la Commissione Ue – sono arrivate in Grecia dalla Turchia e la maggior parte di queste hanno proseguito verso i Balcani occidentali e l'Europa centro-settentrionale". In tal senso, il presidente della Commissione europea Jean Claude Junker – si legge sempre nel documento – ha convocato i leader dei paesi lungo al rotta dei Balcani occidentali lo scorso 25 ottobre, "mediando un accordo di 17 punti" finalizzato ad ottenere un maggiore controllo dei flussi lungo la rotta balcanica

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