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Ucraina, 5 morti in un attacco a Slaviansk. Sindaco a Putin: “Mandate truppe”

Uomini armati hanno attaccato stamattina un posto di blocco controllato da militari filorussi, che rimangono asserragliati negli edifici governativi dell’est del paese.
A cura di D. F.
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15.20 – Sindaco di Slaviansk a Putin: "Mandate truppe" – L'autoproclamato sindaco filorusso di Slaviansk, Viaceslav Ponomarev, dopo l'attacco ha imposto il coprifuoco da mezzanotte alle 6, e in un appello al presidente russo, Vladimir Putin, ha chiesto "di studiare al più presto la possibilità di inviare forze per il mantenimento della pace per difendere la popolazione contro i fascisti".

Nuovi scontri in Ucraina, dove cinque persone hanno perso la vita in seguito all'attacco da parte di uomini armati ad un checkpoint presidiato da separatisti filorussi, nei pressi della città di Slaviansk. I media locali hanno specificato che nel conflitto a fuoco hanno perso la vita tre uomini facenti parte della compagine separatista e altri due militari che hanno portato l'attacco al posto di blocco.

Le violenze e le uccisioni si susseguono dunque con cadenza quotidiana da quando, una decina di giorni fa, i filorussi hanno occupato edifici delle amministrazioni locali nella regione di Donetsk, nell'Ucraina orientale, facendo sapere che non se ne andranno finché il governo non avrà dato le dimissioni: l'esecutivo, infatti, viene considerato illegittimo e frutto di un colpo di stato orchestrato da forze dell'estrema destra spalleggiate da Unione Europea e Stati Uniti.  Il ritiro dei filorussi era una delle condizioni stabilite dall'accordo di Ginevra, firmato il 17 aprile da Ucraina, Russia, Stati Uniti e Unione Europea al termine del primo incontro diretto tra le quattro parti dall'inizio della crisi.  Il patto sottoscritto prevede il disarmo dei filorussi e l'abbandono delle sedi occupate, in cambio di un'amnistia e della concessione di maggiore autonomia alle regioni dell'Ucraina Orientale. I separatisiti, tuttavia, sembrano determinati nel voler portare fino in fondo la protesta: ciò rischia di pregiudicare gli accordi di Ginevra e, inevitabilmente, innescare una nuova ondata di violenze che potrebbe scaturire in una guerra civile.

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