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Maria Teresa, sospetta setticemia per la Mantide di Bruino: uccise la rivale e la seppellì

È stata scarcerata per gravissimi motivi di salutem Maria Teresa Crivellari, la ‘mantide di Bruino’, condannata all’ergastolo per aver ucciso Marina Patriti, la moglie del suo amante. Si sospetta un caso di setticemia.
A cura di Angela Marino
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È stata scarcerata per gravissimi motivi di salute Maria Teresa Crivellari, la ‘mantide di Bruino' condannata all'ergastolo con per aver ucciso nel 2010, Marina Patriti, madre di tre figli. La donna era reclusa nel carcere delle Vallette da dove è uscita venerdì per essere sottoposta a un intervento chirurgico alle Molinette di Torino. Si sospetta un caso di setticemia.

A conquistarle l'agghiacciante appellativo di ‘mantide' fu il sequestro e l'omicidio della sua rivale in amore: la moglie 44enne del suo amante, Giacomo Bellorio. Assunta come collaboratrice da Giacomo Bellorio,Crivellari ne era diventata l’amante. Dopo poco la Patriti aveva scoperto la relazione, ma aveva deciso comunque di ricominciare con suo marito. La perseveranza della donna aveva innescato l'odio e la vendetta dell’amante.

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Marina Patriti, casalinga di Bruino, scomparve da casa il 18 febbraio del 2010. In sua assenza il marito, che non è mai stato ritenuto coinvolto nell'omicidio, continuò a vedere l'amante nella casa di lei a Sant’Ambrogio nel cui giardino a due passi dal corpo della moglie. Il cadavere fu trovato solo 9 mesi dopo. Messa alle strette la Crivellari confessò di aver sequestrato la vittima con l'aiuto del figlio e di altri due complici, averla uccisa con un potente sonnifero e di aver occultato il corpo nel retro della sua abitazione, sotto una colata di cemento.

Una dinamica mai chiarita del tutto, visto che quando fu trovato il cadavere, nove mesi dopo, aveva la testa insacchettata in una busta di plastica. Crivellari scrisse una lettera in cui chiedeva perdono ai familiari della vittima dicendo di essere stata illusa dal Bellorio su una futura vita matrimoniale insieme. Una vita che a cui la donna credeva forse di dare inizio con l'omicidio. Insieme alla Crivellari, furono condannati come autori materiali del sequestro, Andrea Chiappetta (16 anni) e Calogero Pasqualino (12 anni). Condannato anche il figlio della donna, Alessandro Marella (15 anni e sei mesi). La donna cerco di coinvolgere anche l'amante, accusandolo di aver condiviso con lei il piano omicida. Sebbene non sia mai stato indagato, il vedovo si è visto rifiutare i risarcimenti chiesti.

La vittima, Marina Patriti
La vittima, Marina Patriti
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