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Uccise il patrigno del marito e postò la foto su Instagram: giudice la condanna in un’ora

La storia di Amanda fece molto discutere: ora il Mirror ne ricostruisce i passaggi essenziali, fino alla sentenza di colpevolezza.
A cura di Redazione
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Quella di Amanda Taylor, 24enne della Virginia, è una vicenda che per molti versi ha dell’inquietante. La donna è stata condannata per l’omicidio di Charles Taylor, un uomo di 59 anni, e il verdetto di colpevolezza ha richiesto meno di un’ora di camera di consiglio. Non potevano esserci dubbi sulla sua colpevolezza proprio perché Amanda, subito dopo aver accoltellato a morte l’uomo, aveva postato su Instagram uno scatto inequivocabile, che la ritraeva subito dopo l’omicidio, con una descrizione in cui ammetteva: “L’ho fatto per Rex. Amo i miei bambini, ma quest’uomo ha ucciso mio marito”.

Rex era l’ex marito di Amanda, suicidatosi un anno prima, dopo mesi e mesi di lotta alla depressione. Vani erano stati i tentativi di curarlo con i farmaci: l’uomo si era sempre più chiuso in se stesso e alla fine aveva deciso di farla finita. Amanda non si era data pace per la sua morte e aveva accusato il suo patrigno, Charles appunto, di averlo spinto a compiere l’estremo gesto: i rapporti fra il marito e il padre adottivo erano del resto sempre stati pessimi.

In preda alla disperazione, Amanda aveva deciso di togliersi la vita, ma era stata salvata dai familiari, che l’avevano convinta a ricoverarsi in ospedale per qualche giorno. Dimessa dal nosocomio, la ragazza aveva stabilito di farsi giustizia da sola. Con l’aiuto di un amico, si era recata a casa del patrigno del marito e lo aveva accoltellato a morte, avendo cura che l’uomo morisse alle 3.27 in punto. Un orario per nulla casuale: sia Amanda che il suo defunto marito erano nati il 27 marzo.

Una volta fuori dall’abitazione dell’uomo, Amanda aveva poi sparato anche al suo complice, Sean, lasciandolo agonizzante ai bordi della strada (l’uomo riuscirà a sopravvivere dopo un’operazione delicatissima). Poi la confessione via social media e il tentativo di darsi alla fuga, stroncato dagli agenti che avevano intercettato la macchina su cui viaggiava e, dopo un breve inseguimento, erano riusciti a bloccarla.

In Aula, nemmeno il suo difensore ha avuto obiezioni di sorta, limitandosi a chiedere clemenza al giudice, proprio considerando il particolare stato mentale della donna. Dopo nemmeno un'ora di camera di consiglio il verdetto: una condanna a vita per omicidio volontario e per tentato omicidio. Particolarmente scioccante un dettaglio confessato dalla ragazza durante il processo: "Ho scelto di accoltellarlo e di non usare la pistola, perché volevo che si rendesse conto di stare per morire".

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