473 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Uccise il figlio adottivo di 5 anni, la moglie lo perdona e torna a vivere con lui

Dopo 14 mesi in un ospedale psichiatrico, Massimo Maravalle è in libertà vigilata e tornerà a vivere con la moglie.
A cura di Antonio Palma
473 CONDIVISIONI
Immagine

Uccise il figlio adottivo di cinque anni soffocandolo nel suo lettino in casa a Pescara mentre dormiva e poi cercò di fare altrettanto con la moglie. Ora a quattordici mesi da quel fatto tragico la donna dice di averlo perdonato ed è pronta a tornare a vivere con lui. Come racconta il Corriere della Sera, è questa infatti la decisione di Patrizia Silvestri, la moglie di Massimo Maravalle, l’informatico di 48 anni che la notte tra il 17 e il 18 luglio dell’anno scorso si alzò dal letto per raggiungere la stanza del figlio adottivo uccidendolo in quello che per i giudici è stato un raptus di follia. Secondo la sentenza l'uomo fu preda di "un delirio letale, paranoide e persecutorio" e per questo non è punibile perché incapace di intendere e di volere al momento del fatto delittuoso. L'uomo era stato rinchiuso nell’ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa, in provincia di Caserta, ma ora potrà lasciare la casa di cura per far ritorno a casa.

Dopo che la nuova perizia dello psichiatra incaricato dai giudici ha stabilito che l'uomo non è più socialmente pericoloso, a patto che segua spontaneamente le cure e assuma con regolarità i farmaci prescritti, il gip del tribunale di Pescara, Nicola Colantonio, infatti disposto per lui l’applicazione della misura della libertà vigilata. Ad attenderre Maravalle a casa ci sarà la moglie che al Corriere ha confessato: "L’ho perdonato, non era lui in quel momento. Ora proviamo a ricominciare insieme". "La perdita di Maxim è il dolore più grande che abbiamo. E Massimo è ancora più affranto per non aver compreso che la malattia gli faceva vedere le cose in maniera completamente distorta" ha sottolineato ancora la donna, ricordando come quel bimbo portato dalla Russia in Italia nel 2012 tramite una procedura di adozione internazionale avesse rallegrato la loro vita prima che il "disturbo psicotico atipico" di cui Maravalle soffre trasformasse tutto in tragedia.

"Nessuno ci ha mai messo davvero in guardia, nessuno, e la sospensione dei farmaci era stata concordata con lo specialista. Mio marito non si sarebbe mai sognato di interrompere le cure" assicura ora Patrizia Silvestri che risulta ancora indagata per falso in concorso con il marito per aver omesso il reale stato di salute di lui nel corso dei colloqui sostenuti per l’adozione. "Lui si curava. Lavorava e stava bene, tutti possono testimoniare questo e anche il fatto che era pieno di attenzioni per me e Maxim", fino a quando ha sospeso i farmaci.

473 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views