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Uccide la madre il giorno di Natale con delle iniezioni di eparina e poi tenta il suicidio

Un uomo di 51 anni di Pescara ha confessato ai carabinieri di aver iniettato una dose letale di farmaci alla madre gravemente malata. Un dramma della disperazione che si è consumato proprio il giorno di Natale.
A cura di Biagio Chiariello
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Avrebbe ucciso la madre il giorno di Natale con delle iniezioni di eparina (fluidificante del sangue). Poi, due giorni dopo, ha tentato il suicidio, ingerendo una grande quantità di farmaci, ma è stato salvato in tempo. Sandro Buoiocchi, 51 anni, ha confessato di essere l’autore dell’assassinio della genitrice, Lucia Zafenza di 74 anni, avvenuto a Pescara. Ora è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto per omicidio volontario aggravato. Stamani la convalida. Quando uscirà dall'ospedale, dove è attualmente ricoverato nel reparto di Psichiatria, andrà in carcere.

La drammatica vicenda comincia il 25 dicembre, quando la donna viene trovata priva di sensi in casa dall'altro figlio Francesco. La donna è esanime: vengono chiamati subito i soccorsi del 118 che purtroppo non riescono a rianimarla.  In un primo momento il decesso sembra ascrivibile a cause naturali, anche perché l'anziana era da tempo malata e veniva accudita praticamente 24 ore su 24 dai figli. Due giorni dopo i Carabinieri di Pescara vengono però contattati dal fratello del 51enne: “Sandro è scomparso”. Francesco attribuisce l'allontanamento ad uno stato depressivo dovuto proprio alla morte della madre.

Nelle stesse ore, scrive IlPescara, viene segnalata alla Capitaneria di Porto la presenza di un'auto parcheggiata con un uomo privo di sensi all'interno. Si tratta di Sandro Buoiocchi. Affianco a lui c’è una tanica di benzina ed un biglietto con scritto "a quest'ora mamma sarà già morta". Intanto, nell'abitazione dove vivono il 51enne, la madre e l'altro figlio, i militari dell'Arma trovano dei biglietti in cui l'uomo affermava di volerla fare finita e in cui chiedeva perdono per quanto fatto. L’uomo viene portato subito in ospedale, dove i medici riescono a salvarlo. Poi arriva la confessione in un interrogatorio in ospedale da parte del pm.

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