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Uccide l’ex fidanzata e chiama la madre: “Sono sul cadavere di tua figlia, l’ho ammazzata”

Gil Jesus Maria Paredes, dominicano 43enne, era già stato condannato a 19 anni di carcere per l’omicidio di Julissa Dilia Reyes Feliciano compiuto a Vicenza 5 anni fa. Ora dovrà scontarne altri 3 per lo stalking perpetrato nei confronti della madre della povera ragazza.
A cura di Biagio Chiariello
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Era già stato condannato ad una pena di 19 anni per aver ucciso la sua fidanzata, sua connazionale di 26 anni, con dieci coltellate, il 5 maggio 2012, in un albergo del centro di Vicenza. Ora Gil Jesus Maria Paredes, dominicano 43enne, si è visto prolungare il suo soggiorno dietro le sbarre di altri 3 anni: oltre all’omicidio, ora dovrà scontare anche la pena per il reato di stalking. La sentenza è stata emessa oggi dal Tribunale di Vicenza. Come precisa Agron Xhanaj, legale della famiglia della vittima, “il reato di stalking era nei confronti della signora Mercedes Gertrudis, la mamma di Julissa Dilia Reyes Feliciano, la ragazza uccisa”. Lo stesso legale, promotore della modifica della normativa sullo stalking, sottolinea che “Paredes aveva minacciato Mercedes che le avrebbe ucciso la figlia, cosa poi avvenuta. Le ripetute minacce rivolte a Mercedes hanno integrato il delitto di stalking nei suoi confronti”. “L’ultima condotta persecutoria posta in essere nei confronti di Mercedes – conclude Xhanaj – avvenne proprio il 5 maggio 2012 quando Paredes telefonò alle 9.30 del mattino per dirle che stava a cavalcioni sulla figlia per ammazzarla, cosa avvenuta qualche minuto più tardi”.

L’omicidio, come detto, il 5 maggio di cinque anni fa. Dopo aver aspettato che terminasse il suo lavoro di ballerina a Vicenza, Gil Jesus Maria Paredes accompagnò la giovane in un hotel a due stelle nella zona del centro. Una volta rimasto solo con la connazionale, l’avrebbe accoltellata a morte. A quel punto, la scioccante telefonata alla madre della vittima: “Finalmente ho ucciso tua figlia” le avrebbe detto, ridacchiando. Paredes fu arrestato dopo poco. “L’ho uccisa io” avrebbe poi ribadito militari del nucleo operativo di Vicenza al momento del fermo.

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