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Uccide e cucina la moglie, poi chiama l’elettricista: “Ho problemi coi fornelli”

L’agghiacciante e fredda telefonata del 28enne dopo aver ucciso e fatti a pezzi la compagna lo ha incastrato.
A cura di A. P.
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Ha ucciso la moglie in casa, poi l'ha fatta a pezzi e infine ha tentato di cucinarla in pentola nella cucina di quella che era la loro abitazione. È l'agghiacciante sequenza  messa in atto da Marcus Volke, un 28enne australiano imputato per l'assassinio della moglie, la transgender indonesiana Mayang Pra che aveva sposato un anno prima del delitto. La macabra storia è emersa durante le indagini sul caso della scomparsa avvenuta nel 2014 a Tenerife, quartiere di Brisbane, in Australia. A incastrare il 28enne, che si è suicidato dopo essere stato scoperto dalla polizia, una telefonata all'apparenza normalissima ma dietro la quale si celava l'orrore.

L'uomo infatti dopo il delitto, con fredda lucidità, aveva contattato un servizio di assistenza elettricisti chiedendo aiuto per un problema ai fornelli. L'uomo aveva spiegato che mentre stava cucinando del brodo la grossa pentola si era rovesciata riversando il suo contenuto su fornelli e forno e provocando un corto circuito. In quella pentola c'erano i pezzi di sua moglie. Il tecnico, giunto sul posto si era subito insospettito vista la presenza di bottiglie di candeggina, sacchi della spazzatura e guanti di gomma  oltre ad un odore sgradevole che il 28enne aveva imputato al maiale in cottura.

L'elettricista aveva poi allertato il portiere del palazzo che aveva chiamato la polizia. Alla vista degli agenti l'uomo aveva chiesto di attendere prima di entrare affinché lui potesse legare i cani ma si è tagliato la gola per poi scappare a nascondersi in un cassonetto dei rifiuti in strada, dove è morto dissanguato. Quando gli agenti sono entrati all'interno dell'appartamento credevano di essere di fronte a uno scherzo dopo aver visto piedi umani spuntare da una pentola sul pavimento della cucina, ma con orrore hanno poi comnpreso che erano resti umani.

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