17 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Twiga sequestrato, Briatore: “In Italia non si può lavorare. Conta solo la burocrazia”

Dopo il sequestro per abusi edilizi, l’imprenditore ha deciso di ritirare la licenza per l’utilizzo del marchio Twiga all’impresa Cerra sarl che sulla spiaggia di Otranto sta costruendo un resort a 5 stelle: “Lascio, nel lido eseguiti un controllo al giorno per 45 giorni”.
A cura di Biagio Chiariello
17 CONDIVISIONI
Immagine

“Non si può lavorare in Italia. Evidentemente la burocrazia conta più di ogni altra cosa. Così non mi interessa. Ormai sono fuori. Avevo dato una licenza, l’ho ritirata”. Parole dure quelle di Flavio Briatore che commenta così il sequestro, disposto dalla Procura di Lecce, del tratto di spiaggia di Otranto dove l’imprenditore stava realizzando il Twiga, un resort di lusso a 5 stelle. Violazioni delle norme urbanistiche in zona sottoposta a vincolo paesaggistico e abusiva occupazione del Demanio marittimo sono le ipotesi di reato contestate dai magistrati.

“Sono fuori, certo mi dispiace. Mi sembrava una cosa buona per tutti. Però, evidentemente, a qualcuno non piaceva: vorrei capire se tutte le centinaia di attività come quella hanno ricevuto praticamente un controllo al giorno per un mese e mezzo come è successo a questa” ha spiegato Briatore a Repubblica. Va detto che l’imprenditore con la vicenda giudiziaria non c’entra nulla, poiché avrebbe soltanto concesso l’uso del suo marchio Twiga alla società “Cerra srl”, mentre sono indagati l’imprenditore e presidente di Federalberghi Salento, Raffaele (detto Mimmo) De Santis, rappresentante legale della società “Cerra srl”, e l’ingegnere progettista responsabile dei lavori, Pierpaolo Cariddi, fratello del sindaco uscente di Otranto Luciano Cariddi, nonché egli stesso candidato a sindaco alle elezioni che si terranno tra poco più di tre settimane.

Le indagini avrebbe consentito “di accertare consistenti interventi di sbancamento e spianamento del terreno, lavori edili e modifiche allo stato dei luoghi in chiara violazione della normativa e in difformità con le opere per le quali il comune di Otranto ha rilasciato la relativa autorizzazione”. Da qui la decisione del pm Antonio Negro di imporre anche il sequestro dell’area. “Sono sicuro che chi ci stava lavorando aveva rispettato tutte e dico tutte le norme, altrimenti non ci avrebbero messo così tanto per sequestrarlo" conclude Briatore.

17 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views