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Tutti gli sprechi del Governatore: la Lombardia degli stipendi d’oro [DOSSIER]

Continua il viaggio di fanpage fra gli sprechi delle Regioni italiane. Stavolta tocca alla Lombardia di Roberto Formigoni, fra retribuzioni d’oro, vitalizi da capogiro e cariche create ad hoc per gli amici degli amici. Tutti a governare dalle comode stanze di un Pirellone Bis nuovo di zecca con arredi da 48 milioni di euro.
A cura di Enrico Nocera
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Roberto Formigoni in vacanza sulla sua barca

La Regione virtuosa per eccellenza, il motore economico che traina l'Italia in Europa. La Lombardia, nell'immaginario collettivo, è la regione che più di tutte evoca lo spirito imprenditoriale nostrano. La terra promessa dove tutto funziona a regime, dalla sanità alla raccolta rifiuti, dai trasporti all'istruzione. «Vuoi lavorare? Trasferisciti a Milano», è la frase tipo che molti studenti, delle più svariate tipologie e Facoltà, si sono sentiti ripetere almeno un centinaio di volte nella vita. E a vedere certi stipendi si capisce il perché.

LA REGIONE DEGLI STIPENDI – Precisiamo: le retribuzioni di cui parliamo non sono quelle che spettano ai comuni mortali, ma quelle che figurano nei tabellari della Regione, le cui leve del comando sono saldamente tenute in mano da Roberto Formigoni dall'ormai lontano 23 aprile 1995. Il governatore guadagna 11.739 euro al mese, “solamente” ottavo nella classifica dei presidenti di Regione più pagati (dopo Renata Polverini e il campano Stefano Caldoro). Retribuzione in linea con quella degli altri 80 consiglieri del Pirellone, che guadagnano dai 9.831,72 agli 11.498,70 euro al mese (sì, anche Renzo Bossi, prima che lo scandalo finanziamenti travolgesse la Lega Nord). Robetta, se paragonata ai portafogli di chi siede come dirigente o come funzionario. Tutta gente in quota (guarda un po') nelle fila di Comunione e Liberazione, come il direttore generale Nicolamaria Senese, che ogni anno porta a casa oltre 280mila euro. O come i 270mila euro all'anno di Giovanni Catanzaro, consigliere delegato di Lombardia Informatica e presidente della Consip, società per azioni del ministero dell'Economia che lavora nel campo delle pubbliche relazioni. Sì, perché dalle parti della Regione Lombardia, dirigenti e consiglieri hanno fatto collezione di doppi e tripli incarichi, con relativo rigonfiamento delle rispettive buste paga. E ancora: Carlo Lucchina, direttore generale della sanità, con 186mila euro più 53mila di premio di produzione; i vicedirettori generali Giancarla Neva Sbrissa, con 121.900 euro (più 41mila in premio di produzione) e Antonello Turturiello, con i suoi bravi 170mila, più 52mila di premio; e che dire dei 104.500 annui di Giovanni Bozzetti, presidente di Infrastrutture Lombarde, o degli 83.500 di Massimo Malacorda, presidente di Cestec Spa, il centro regionale per lo Sviluppo tecnologico e produttivo dell'artigianato? Di questi, solo Catanzaro e Bozzetti non provengono dalle fila di Comunione e Liberazione. Si potrebbe, ad ogni modo, continuare per pagine intere. A partire da una figura piuttosto curiosa inventata ad hoc da Formigoni in persona: i delegati del presidente.

DELEGATI: QUESTI SCONOSCIUTI – Andiamo a spulciare le vecchie liste elettorali della Regione Lombardia. Fra coloro che correvano, sostenuti dalle liste di Formigoni, appaiono i nomi di Fabio Saldini, Marco Pagnoncelli, Roberto Baitieri e Barbara Guarischi. Nessuno dei quattro, durante l'ultima tornata elettorale, viene eletto al Pirellone. Risultato: Formigoni li inserisce come delegati del presidente. Una figura del tutto inedita nel panorama istituzionale delle regioni italiane, che però sembra far guadagnare abbastanza bene: 120.000 mila euro all'anno per i campi più disparati: Saldini si occupa di moda, design e tutela dei consumatori; Pagnoncelli di relazioni con gli enti locali; Guarischi di pari opportunità; infine Baitieri di promozione aree montane. Compiti evidentemente troppo improbi per essere svolti, come normalmente accade, dagli assessori della giunta, con relativo risparmio di 480.000 euro. Ma tant'è. Per non parlare della questione che attanaglia ogni Regione che si rispetti: il capitolo indennità. Ognuno degli 80 consiglieri percepisce 3.466,38 euro di indennità (netta!) più 2.602 euro di diaria (che, ricordiamo, non viene tassata). Il rimborso spese forfettario per il trasporto dal luogo di residenza a Milano, a seconda del tragitto da percorrere, può variare dai 238,14 ai 1.905 euro, mentre il rimborso per le missioni era (tra poco vedremo il perché del verbo al passato) di ben 3.525,12 euro. Viaggi all'estero, tali da giustificare un tale esborso? Nemmeno per idea. Missioni in altre regioni italiane? Neanche! I viaggi in questione (con relativo rimborso) sono riferiti al solo territorio regionale. Nel novembre dell'anno scorso, ad ogni modo, si parlò di una riduzione del 10 percento delle indennità percepite dai consiglieri regionali lombardi. Riduzione che fu votata il mese successivo, dicembre, sulla base delle riduzioni imposte ai parlamentari di Montecitorio e Palazzo Madama, a Roma. Ma fatta la legge (regionale) si trova anche il modo di aggirarla. I tagli di cui si vociferava sono stati calcolati in base alle “indennità spettanti ai membri del parlamento alla data del 31 dicembre 2010”, cioè all'anno precedente, quando la Manovra Bis del governo Monti era ancora al di là da venire. Unica consolazione: l'eliminazione dell'indennità di missione. «Il segnale lo abbiamo dato», spiegò allora il consigliere Paolo Valentini, del Pdl. Ma, come spesso accade nel nostro Paese, il segnale ha mascherato privilegi ben più consistenti.

LA MANOVRA 2012 – In una panorama del genere, sentir parlare di sacrifici rasenta i limiti del ridicolo. Eppure la Finanziaria regionale 2012 varata da Formigoni e soci non risparmia stangate ai cittadini lombardi, la prima delle quali è riferita all'Irpef. L'addizionale regionale, ritoccata dello 0,33 percento, è arrivata dritta dritta nelle buste paga dei lavoratori, per un totale di 509 milioni di euro. Qualche esempio per capirci meglio: un contribuente che dichiarava 15mila euro l'anno e che ne pagava 135, ha dovuto sborsarne 184 (aliquota passata dallo 0,90 all'1,23 percento); un lavoratore con 50mila euro dichiarati, invece, al posto di 615 ha dovuto pagarne 774, con aliquota che si gonfia dall'1,40 all'1,73 percento. Il tutto perché la Regione possa accumulare un tesoretto destinato a compensare i tagli dei fondi statali sull'Iva. Altre voci di spesa, relative al 2012, comprendono il sostegno alle imprese (74 milioni di euro), cultura e istruzione (11,5 milioni di euro), Turismo (3,6 milioni), il progetto a sostegno degli affitti (30 milioni), il piano nazionale casa (55 milioni nel prossimo triennio) e il monumentale progetto per l'Expò di Milano (con 264 milioni da sborsare nei prossimi tre anni). Tutti progetti lodevoli. Quelle che la Regione non specifica (o afferma molto sommessamente) sono altre voci di spesa ben più consistenti. A partire dal nuovo Pirellone.

IL PIRELLONE BIS E GLI ARREDI DA 48 MILIONI DI EURO – Oltre 571 milioni di euro. A tanto ammonta l'investimento per la nuova sede della giunta regionale lombarda (con annesso eliporto), oltre a un complesso di edifici da costruire per tutte le società e agenzie di emanazione delll'ente locale. Trentanove piani di Pirellone Bis per 383 milioni di euro spesi (cifra ben differente da quella segnalata nella gara d'appalto, che si aggirava sui 234 milioni di euro), cui si aggiungono i 42,8 milioni corrisposti per arredare gli interni. I lavori sono stati affidati alla società Infrastrutture Lombarde, controllata dalla Regione, che li ha poi appaltati al Consorzio Torre, società controllata dalla Impregilo (la stessa società implicata nel disastro rifiuti in Campania). L'ufficio e la foresteria di Formigoni hanno avuto un costo di 127mila euro, per acquistare, fra le altre cose, tre pouff con struttura portante cromata in acciaio lucido, due divani con rivestimento in ecopelle da 12mila euro, comodino, sedie per la sala da pranzo (seimila euro), poltrone in fodera di vellutino accoppiata con resinato, letto matrimoniale con testata multistrato, librerie, tavolo da pranzo, scrivania (11.200 euro), armadi. Sì, perché Formigoni, nel Pirellone Bis, ci abiterà pure, camminando sui pregiati tappeti fabbricati a mano da costo totale di 20mila euro, o sedendo sui 27 divani a bracciolo (acquistati anche per assessori e sottosegretari) costati in tutto 58mila euro. Non c'è che dire: i dirigenti della regione trainante d'Italia sanno trattarsi parecchio bene. E, lette queste cifre, si può anche cercare di comprendere Ombretta Colli, sottosegretario di Regione alle Pari opportunità, quando dice: «Alzi il dito chi non ha mai fatto vacanze in barca».

Fonti utilizzate per la redazione di questo articolo

  • L'entità di stipendi, vitalizi e indennità di consiglieri, assessori e presidente Formigoni è tratta dalla relazione stilata dalla Cisl Lombardia nel luglio 2011;
  • I dati sull'inedita figura di “delegato del presidente” sono tratti dalla relazione stilata dalla Cisl Lombardia nel luglio 2011;
  • I dati sulla Manovra Finanziaria e sulla previsione di bilancio 2012 della Regione Lombardia sono tratti dal sito ufficiale della Regione Lombardia;
  • I dati sul nuova sede della Regione Lombardia sono tratti dall'articolo di Davide Carlucci su La Repubblica del 7 febbraio 2012
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