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Tutta la verità sulla “tassa sui condizionatori del Governo Renzi”

“Renzi approva la tassa sui condizionatori, batosta da 200 euro a famiglia” è l’allarme di Libero Quotidiano, a cui si collegano anche le associazioni Federconsumatori e Adusbef. In realtà la storia non è nuova, proviamo a fare chiarezza.
A cura di Biagio Chiariello
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Proprio nei giorni più caldi dell’estate (e forse degli ultimi 130 anni) arriva la notizia che fa salire ancora di più la colonnina del mercurio: la tassa sul condizionatore. Un nuovo balzello che sarebbe previsto da una direttiva europea sulle emissioni di anidride carbonica, come annunciato da Federconsumatori e Adusbef che stimano l'aggravio in circa 200 euro a famiglia. "Sono arrivati a tassare anche l'aria", scrivono in una nota. Sulla questione va però fatta un po’ di chiarezza, anche alla luce di alcuni articoli apparsi in Rete, primo su tutti quello di Libero Quotidiano che attribuisce la colpa della nuova tassa al Governo Renzi  e che scrive che il bollino viene rilasciato in base al numero di condizionatori che uno ha a casa.

La verità sulla tassa sui condizionatori

L’Italia deve conformare la propria legislazione  alla direttiva europea che impegna gli stati membri a promuovere l’efficienza energetica nel comparto edilizio. La direttiva Ue (anzi, sono due: la 2002/91/CE e la 2010/31/UE la prima già recepita dal DL 19 agosto 2005 n.192) equipara i condizionatori agli impianti di riscaldamento, obbligando i proprietari a possedere un libretto di impianto, oltre a introdurre regolari controlli e certificazioni da parte di enti accertatori. Si tratta di una questione di efficienza energetica (e quindi di risparmio anche per l’utente) ma anche di sicurezza, proprio come per la manutenzione e le verifiche sulla caldaia. C’è peraltro da dire che l’introduzione del bollino per gli impianti di condizionamento con potenza superiore ai 12Kw era già prevista dal decreto del 10 febbraio 2014 (Renzi non era ancora premier) recante Modelli di libretto di impianto per la climatizzazione e di rapporto di efficienza energetica.

Quindi è giusto frenare gli allarmismi di Libero Quotidiano e delle due associazioni dei consumatori – che si dicono "pronte, in sede europea ed anche in ambito nazionale, a mettere in campo tutti gli strumenti per la cancellazione di tale obolo" –. Solo se possedete un impianto di condizionamento con potenza nominale utile superiore ai 12 kw è necessario fare i dovuti controlli e pagare la tassa una tantum per ottenere il “bollino”.  L'obbligo di possedere il libretto per il condizionatore è comunque in vigore dal 2014, data in cui è stata introdotta la norma che equipara gli impianti di climatizzazione a quelli di riscaldamento.

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