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Turchia, in migliaia al funerale dell’avvocato curdo Tahir Elci ucciso a Diyarbakir

Una grande folla ha dato l’ultimo addio all’avvocato curdo ucciso sabato in un agguato.
A cura di Antonio Palma
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Nonostante la tensione, oltre 50mila persone hanno partecipato oggi in Turchia ai funerali dell'avvocato curdo Tahir Elci, ucciso sabato a Diyarbakir durante un agguato nel corso di una conferenza nella quale dal palco aveva lanciato un appello per una soluzione pacifica del conflitto tra Ankara e i militanti curdi. "Gli hanno sparato alla nuca e un ramo di ulivo è caduto dalla sua bocca" ha dichiarato la moglie durante la cerimonia. Secondo i curdi infatti l'avvocato sarebbe stato ucciso in una vera e propria esecuzione, anche se per la Turchia invece Tahir Elci sarebbe stato una vittima accidentale del fuoco incrociato durante l'agguato di piazza. Il premier turco Ahmet Davutoglu, fra i primi a sostenere la tesi del caso, infatti ha affermato che la pistola trovata in terra accanto al corpo di Elci è l'arma usata nell'attacco contro la polizia ricordando che nello scontro a fuoco sono morti anche due poliziotti che lo difendevano.Del resto il legale era nel mirino dopo che durante un dibattito televisivo aveva detto che il Pkk, il Partito dei lavoratori del Kurdistan, non era una organizzazione terroristica nonostante commetta attentati, ma un gruppo che ha per primo scopo fini politici. Per questo aveva anche ricevuto minacce esplicite.

Tanta la commozione durante i funerali a cui hanno partecipato anche molti colleghi dell'avvocato in toga. Tra di loro anche il presidente del consiglio nazionale degli avvocati della Turchia, Metin Feyzioglu, che ha portato a spalla la bara, coperta dalla bandiera curda. Dietro il feretro la famiglia di Tahir Elci e un grande striscione con su scritto "non ti dimenticheremo". "Continueremo a lottare per la libertà e per la pace, così come ci ha insegnato. Disgraziatamente, milioni di persone stanno gioendo per questo assassinio e ad Ankara c'è un potere che non sente alcun dolore per la sua morte" ha dichiarato Selahattin Demirtas, leader del partito filo-curdo HDP, che ha messo in dubbio che sarà fatta luce sulla morte del 49enne avvocato. Anche il fratello di Tahir Elci, Ahmet, ha parlato di omicidio di stato e si è detto invece sicuro che il fratello fosse il vero obiettivo dell'attacco: "Mio fratello non è il nostro primo martire e probabilmente non sarà l'ultimo. Come intellettuale curdo è stato eliminato dallo Stato. Noi abbiamo visto questo stato uccidere gli intellettuali curdi nel corso della storia, ma non ci arrendiamo e alla fine vinceremo".  Sul caso della morte di  Tahir Elci intanto è in corso l'inchiesta ufficiale della polizia turca che sta visionando i numerosi filmati a disposizione visto che sul posto al momento degli spari c'erano molti videoreporter e giornalisti.

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