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Turchia, Gezi Park sgomberato. “Quello di Erdogan è un crimine contro l’umanità” attacca l’opposizione

Risale altissima la tensione tra governo e manifestanti. Dopo lo sgombero di ieri pomeriggio nel parco, un’altra notte di scontri a Istanbul e nelle principali città della Turchia. E i medici denunciano: “Sostanze tossiche negli idranti della polizia”. Lacrimogeni lanciati anche negli hotel, dove riparavano i dimostranti.
A cura di Biagio Chiariello
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Ore 18:10 – Si segnalano arresti negli ospedali dove si trovano i manifestanti feriti. Sono stati fermati decine di medici o infermieri che a Piazza Taksim hanno prestato i primi soccorsi agli attivisti di Gezi Park. Intanto continuano gli scontri: aria irrespirabile, gas lacrimogeni, idranti. Centinaia di feriti.

Ore 17:50 – Erdogan sta parlando di fronte a una platea sterminata (i giornali turchi scrivono di centinaia di migliaia di persone): "Coloro che si domandano cosa sta accadendo in Turchia dovrebbero venire qui – ha detto il premier -. Queste centinaia di migliaia di persone non hanno bruciato e distrutto nulla, non sono traditori come coloro che tirano molotov alla mia gente. Qualunque cosa facciamo rimarremo dentro i confini della democrazia, non abbiamo mai superato i limiti della legalità". Poi Erdogan ha attaccato i media internazionali: "Cnn, Reuters, Bbc dovrebbero vedere questa folla di persone…".

Ore 17:25 – Tensione sempre altissima ad Istanbul, dove la polizia minaccia di intervenire nuovamente sui manifestanti di Gezi Park. Intanto sembrano trovare conferma le voci secondo cui le forze dell'ordine avrebbero introdotto agenti chimici urticanti nell'acqua dei camion idranti. Molti medici hanno confermato l'ipotesi. La denuncia è arrivata grazie a delle foto diffuse sul sito collettivo Global Project: mostrano agenti maneggiare delle taniche blu con la scritta "Jenix", un agente chimico urticante in uso tra militari e polizia turca. Nel frattempo si sta svolgendo anche la manifestazione a favore di Erdogan.

UPDATE 13.15 – Non si placano le tensioni a Gezi Park –  La polizia turca sta impedendo ogni accesso al Gezi Park, ad Istanbul: gli agenti controllano rigidamente il parco simbolo della protesta dei manifestanti contro il Governo Erdogan e anche all'adiacente piazza Taksim. Dopo che i camion dei rifiuti e i bulldozer hanno rimosso nelle ultime ore i detriti e le barricate che erano state poste dai manifestanti nei giorni scorsi, il parco è completamente isolato. C'è da dire che nel corso della mattinata si sono registrati sporadici scontri nelle strade vicino Gezi.

Il premier Erdogan è dunque passato dalla parole ai fatti. La polizia turca ieri pomeriggio ha caricato la folla radunata a piazza Taksim e al Gezi Park, a Istanbul. Un irruzione improvvisa, avvenuta mentre nel parco simbolo della protesta in Turchia c'erano diverse famiglie con i loro bambini. Le forze dell'ordine hanno ordinato a tutti di lasciare il parco, la cui distruzione annunciata aveva scatenato due settimane fa le prime manifestazioni; subito dopo, l'azione a colpi di idranti e gas lacrimogeni contro diverse centinaia di persone riunite nella piazza per solidarietà con gli occupanti di Gezi. Quindi le ruspe sono entrate nel parco, dove hanno distrutto tende, strutture improvvisate e striscioni allestiti dai dimostranti in questi 15 giorni di manifestazioni.

"Crimine contro l'umanità" – Gli scontri fra polizia e manifestanti sono continuati durante tutta la notte, anche ore dopo l'assalto nel parco, definito dal capo dell'opposizione Kemal Kilicdaroglu: un "crimine contro l'umanità". Della "atroce" azione dei poliziotti in tenuta anti-sommossa ha parlato anche Taksim Solidarity, gruppo che racchiude varie anime del movimento turco di protesta. Gli stessi manifestanti, così come alcuni medici, hanno denunciato la possibile presenza di sostanze chimiche nell'acqua dei cannoni della polizia. Alcune immagini diffuse su Twitter mostrano infatti piaghe e ampie irritazioni causate presumibilmente dal contatto dell'acqua sparata dagli idranti con la pelle.

La polizia attacca anche negli hotel – Dopo il blitz in piazza Taksim, i manifestanti non si sono comunque ritirati ma hanno preferito riunirsi su via Istiklal che corre lungo la stessa piazza e hanno innalzato nuove barricate. Altre migliaia di persone sono confluite verso il centro della protesta. C'è anche chi si è rifugiato in un albergo della zona, il Divan Hotel. Anche qui, riferiscono alcuni testimoni, la polizia avrebbe lanciato lacrimogeni. C'è da dire che lo sgombero di piazza Taksim è avvenuto meno di un'ora dopo che il primo ministro Erdogan aveva minacciato l'intervento della polizia: "abbiamo in programma una manifestazione a Istanbul. Voglio essere chiaro: piazza Taksim dovrà essere vuota. Se non sarà evacuata, le forze di sicurezza sapranno come fare affinché lo sia". Non solo Istanbul comunque: nella notte le strade si sono riempite di gente anche ad Ankara, a Smirne e in altre città del Paese.

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