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Turchia, Erdogan vince le amministrative: “Chi mi ha attaccato la pagherà cara”

L’Akp, il partito del premier turco Recep Tayyip Erdogan, si è imposto nelle elezioni amministrative con il 45% dei voti contro il 28.5% dell’opposizione. Erdogan ha rivendicato il successo: “Chi ha attaccato la Turchia è rimasto deluso”.
A cura di S. P.
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Il Partito della giustizia e dello sviluppo (Akp) del premier turco Recep Tayyip Erdogan ha vinto le elezioni amministrative di ieri con un ampio margine di vantaggio, confermandosi alla guida delle più importanti città della Turchia. Gli scandali che negli ultimi tempi avevano travolto il premier, che aveva fatto delle elezioni un test sulla sua leadership, non l’hanno dunque indebolito. Ora Erdogan è pronto per rilanciare la sfida alle presidenziali in agenda ad agosto. A scrutinio quasi completato l'Akp ha raccolto il 45% dei consensi, mentre il principale movimento d'opposizione, il Partito repubblicano del popolo (Chp) si è fermato al 28.5%. “La nazione è stata in grado di riconoscere i traditori della patria”, così Erdogan nella notte ad Ankara davanti a migliaia di sostenitori che festeggiavano per l'esito delle consultazioni davanti al quartier generale dell'Akp. “Oggi i nemici della Turchia – ha continuato il premier – sono rimasti delusi”. Anche se la conquista di Ankara è ancora in bilico, Erdogan ha subito rivendicato il successo avvertendo i rivali che “pagheranno caro” quello che ha definito il tentativo di rovesciarlo con la campagna diffamatoria degli ultimi mesi.

Il discorso di Erdogan ai sostenitori – “Avete appoggiato il vostro primo ministro, avete protetto la lotta per l'indipendenza della nuova Turchia, e ve ne ringrazio infinitamente”, ha detto ancora Erdogan alla folla di sostenitori. Poi ha attaccato: “Da domani può essere che qualcuno scapperà”. “Noi però entreremo nei loro covi, e loro pagheranno il prezzo. Faremo i conti”, ha incalzato il premier turco. Alludendo alle polemiche degli ultimi tempi sul conflitto in Siria Erdogan ha chiesto: “Come si può minacciare la nostra sicurezza nazionale?”. “È stata punita la politica priva di etica, fatta di intercettazioni e montature”, ha continuato da Ankara liquidando così le registrazioni telefoniche che incastrerebbero lui e il figlio, le accuse di corruzione alla sua cerchia, le epurazioni di magistrati e poliziotti a lui ostili, e il braccio di ferro con l'ex alleato Fethullah Gulen.

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