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Turchia, arrestati più di mille oppositori. Molti sono poliziotti

1.009 persone sono state arrestate stamattina perché sospettate di sostenere il movimento di Fethullah Gülen, accusato dal presidente Recep Tayyip Erdogan di essere il mandante del fallito golpe dello scorso anno.
A cura di Davide Falcioni
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La polizia turca ha effettuato questa mattina oltre mille arresti tra individui sospettati di appartenere al movimento di Fethullah Gülen, accusato dal presidente Recep Tayyip Erdogan di essere il mandante del fallito golpe dello scorso anno: lo ha reso noto oggi il ministro dell'Interno Süleyman Soylu. In totale i mandati di cattura spiccati dalla magistratura sono 3.224 e riguardano tutti la maxi-operazione: lo riferiscono fonti della sicurezza. "Questa mattina, è stata lanciata un'operazione di polizia in 81 province che è ancora in corso. Mentre parliamo, 1.009 persone sono state arrestate in 72 province", ha detto Soylu in mattinata, citato dall'agenzia di stampa filo-governativa Anadolu. All'operazione hanno preso parte 8.500 agenti. La maggior parte degli arrestati sarebbe costituita da altri agenti di polizia, in maggioranza arrestati nella capitale Ankara: si tratterebbe, secondo le autorità, di soggetti che sono riusciti a infiltrare le forze dell'ordine e che all'interno delle caserme e dei commissariati avrebbero agito non con lo scopo di salvaguardare il governo turco, bensì con intenti eversivi. Secondo il ministro Soylu, l'operazione di oggi rappresenta un "passo importante" nello "smantellamento" della presunta rete eversiva di Gulen. Dal fallito colpo di stato del 15 luglio scorso, sono oltre 47 mila le persone arrestate in Turchia per presunti legami con i ‘gulenisti'. Tra questi, ci sono almeno 10.700 poliziotti e 7.400 militari.

L'ondata di arresti a dieci giorni dalla vittoria di Erdogan al referendum sul presidenzialismo

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Lo scorso 15 aprile il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha vinto di misura il referendum costituzionale sul presidenzialismo che egli stesso aveva promosso: il 51% ha votato a favore della riforma, un margine evidentemente estremamente esiguo che ha convinto le opposizioni a richiedere l'immediato annullamento della consultazione per il sospetto che vi siano stati brogli. Lo stesso Osce – Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa – ha commentato affermando che il voto referendario in Turchia "non è stato all'altezza degli standard internazionali". Secondo gli osservatori internazionali la decisione della Commissione elettorale turca di ammettere le schede non timbrate "ha minato le garanzie contro le frodi". "Il referendum costituzionale in Turchia è stato condotto in condizioni di disparità" e le modifiche procedurali decise all'ultimo minuto hanno "rimosso importanti salvaguardie".

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