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Turchia: a scuola vietati tatuaggi, trucco e capelli colorati, sì al velo islamico

Con un decreto pubblicato nella Gazzetta ufficiale turca il governo di Ankara ha cambiato le norme di abbigliamento per gli studenti dai 10 anni in su nelle scuole. Le ragazze possono portare il velo islamico mentre trucchi, tatuaggi, piercing e capelli colorati sono vietati.
A cura di Susanna Picone
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Nelle scuole turche vietati piercing, tatuaggi, trucco e capelli colorati. Vietati anche sciarpe, berretti, borse e accessori vari che portano simboli politici. Il presidente Erdogan vuole studenti con la “faccia visibile” in classe: con un decreto pubblicato sabato 27 settembre nella Gazzetta ufficiale turca il governo di Ankara ha infatti cambiato le norme di abbigliamento per i ragazzi dai 10 anni in su nelle scuole. A riportare la notizia è Hurriyet online. In classe non saranno dunque tollerati per nessuno, sia femmine che maschi, piercing, tatuaggi, trucco e capelli colorati. Banditi per i minorenni anche baffi e barbe di ogni sorta mentre le ragazze potranno indossare il velo islamico, ma non potranno utilizzare alcun cosmetico. La decisione del governo di Ankara era stata annunciata nei giorni scorsi dal vice premier Bulent Arinc e aveva subito scatenato delle polemiche soprattutto per la questione del velo.

Polemiche in Turchia per il velo islamico

Finora il “turban”, questo il nome del velo islamico in Turchia, era ammesso solo nelle scuole religiose mentre adesso potrà essere indossato in tutte le scuole medie e superiori restando vietato solo alle elementari. Nelle università il divieto di indossare il “turban” era stato abolito con una riforma costituzionale adottata nel 2008 dal governo islamico dall’attuale presidente Recep Tayyip Erdogan ma successivamente intervenne una sentenza della Corte Costituzionale che annullò il provvedimento. Di fatto l'uso del velo è tollerato nelle università come in molti uffici pubblici e in Parlamento. A proposito di questo provvedimento Vali Demir, il capo del Sindacato scuola, ha dichiarato ai media locali: “Queste sono decisioni prese senza senno”, annunciando un appello al Consiglio di Stato perché le nuove normative sull’abbigliamento sarebbero contro la Costituzione.

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