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Tunisino tenta il suicidio in carcere, è in coma

Detenuto da pochi giorni, ha provato ad impiccarsi ma è stato salvato dalla polizia penitenziaria. Le sue condizioni sono gravi.
A cura di Vincenzo Sbrizzi
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polizia penitenziaria

Continua la tensione nell'inferno delle carceri italiane. A farne le spese è stato un detenuto di origine tunisina che ha tentato il suicidio ma è stato salvato dalla polizia penitenziaria. E' accaduto nel carcere di Ferrara dove l'uomo ha provato ad impiccarsi. Dopo l'interventi degli agenti della penitenziaria è stato trasportato all'ospedale cittadino dove attualmente è ricoverato in coma. Nonostante l'intervento tempestivo, il disperato detenuto è arrivato in condizioni gravissime.

L'uomo era detenuto nella struttura penitenziaria solo da pochi giorni. Troppi in una delle tante polveriere delle carceri italiane. Ospitato nelle celle del reparto "nuovi arrivi" il detenuto non ha resistito alle condizioni di vita all'interno della struttura e ha tentato il gesto estremo. Con una corda di fortuna ha tentato di impiccarsi al tetto della sua cella. Pochi secondi dopo essere saltato dalla sedia si sono accorti di lui i poliziotti di guardia che sono subito corsi ad aprire la cella.

Ad intervenire sono stati il direttore della struttura e il suo vice. Il primo ha cercato di bloccare la pressione prendendolo per le gambe mentre il vice con altri agenti ha tagliato la corda. Le condizioni del tunisino sono subito sembrate gravi ed è stato immediatamente trasferito in ospedale. Attualmente è ancora in coma. L'autorità penitenziaria ha elogiato la tempestività dell'intervento dei suoi uomini proponendo il direttore e il vicedirettore del carcere per il conferimento dell'onoreficenza prevista in queste situazioni. Il segretario generale aggiunto del Sappe, il sindacato della polizia penitenziaria, non ha fatto mancare l'ennesimo appello alle istituzioni per le condizioni in cui versano le carceri italiane.

«E' sicuramente encomiabile il comportamento della polizia penitenziaria, del comandante, del suo vice e dell'agente, i quali sono riusciti a salvare la vita di un uomo, nella difficile situazione delle carceri, dove regnano il sovraffollamento e la carenza di risorse, uomini, mezzi e soldi. In Italia mancano 6.500 unita' di personale (agenti, sovrintendenti, ispettori e commissari) e in Emilia Romagna 650. Ferrara non è esente da tali difficoltà. Mancano circa 50 agenti: dei circa 230 previsti ce ne sono circa 170. I detenuti sono 476, a fronte di una capienza di 256 posti.

Poche settimane fa l'associazione magistrati ha stanziato 500 euro e li ha donati al carcere perché acquistassero la carta per stampare i fax». Questa la dichiarazione del segretario Giovanni Battista Durante a fronte di una situazione che sta per esplodere in tutta Italia come dimostra la rivolta nel carcere di Ancona di ieri. Cinque giorni fa l'ultimo suicidio in ordine di tempo a Bologna, il sessantesimo dall'inizio dell'anno.

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