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Tunisia: nella nuova Costituzione sì alla libertà di coscienza e no alla Sharia

L’Islam rimarrà il culto ufficiale dello Stato, ma non sarà più fonte di ispirazione per i legislatori. Approvato anche un articolo che prevede la “libertà di coscienza”.
A cura di D. F.
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La Costituzione tunisina è stata modificata nei suoi primi articoli e da ieri, 4 gennaio, prevede per tutti i cittadini la libertà di coscienza, arrivando persino a cancellare la norma che prevedeva che l'Islam fosse l'unica fonte di legge. I primi due articoli, non modificabili, definiscono la Repubblica Tunisina come uno "stato di diritto libero, indipendente, sovrano e civile", la cui religione è l'Islam. Tuttavia i "padri costituenti" hanno respinto due emendamenti che proponevano che il Corano fosse la "fonte principale di legislazione". L'Islam rimarrà il "culto ufficiale" all'interno del Paese, ma l'assemblea costituente – eletta nel 2011 e formata da esponenti di tutti i partiti tunisini – afferma che lo Stato è "garante della libertà di coscienza".

Alcune Ong tuttavia hanno fortemente criticato il carattere ambiguo della magna carta tunisina, temendo che i riferimenti all'Islam come "culto ufficiale", uniti alla libertà di coscienza, possano in realtà ingenerare confusione ed interpretazioni non chiare e non univoche. Secondo la Lega Tunisina per i Diritti Umani, il rischio è quello che le libertà fondamentali dei cittadini "possano essere minacciate".

L'Assemblea Costituente ha approvato ieri i primi dodici articoli della nuova Costituzione. Gli altri 134 verranno varati entro il 14 gennaio, data simbolica perché terzo anniversario della rivoluzione che ha segnato l'inizio della Primavera Araba.

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