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Ttip, Ue non chiude trattative: “Continuiamo a negoziare”

I negoziati tra Ue e Usa per dar vita a un vasto trattato di libero scambio avanzano: lo ha fatto sapere la Commissione Europea il giorno dopo che il ministro dell’Economia tedesco ha definito le trattative “fallite de facto”.
A cura di Susanna Picone
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Secondo quanto ha fatto sapere la Commissione europea, i negoziati tra UE e USA per sviluppare un accordo globale di libero scambio (TTIP) stanno avanzando. Una comunicazione che arriva all’indomani delle accuse di fallimento da parte del vice cancelliere e ministro dell’Economia tedesco Sigmar Gabriel secondo cui, invece, il negoziato sull'accordo di libero scambio Ttip tra gli Stati Uniti e l'Unione europea era “di fatto” fallito. “Ritengo che i negoziati con gli Stati Uniti siano ‘de facto' falliti, anche se nessuno lo vuole ammettere veramente”, ha detto ieri Gabriel sottolineando che in 14 round di colloqui le parti non hanno trovato un'intesa su un solo capitolo dei 27 sul tavolo. “La Commissione europea ha compiuto progressi costanti negli attuali negoziati sul TTIP”, ha detto invece il portavoce della Commissione europea, Margaritis Schinas, rispondendo a una domanda in conferenza stampa e aggiungendo che “anche se le trattative commerciali richiedono tempo, il processo è in funzione. L'ultimo round si è tenuto a metà luglio a Bruxelles”.

Fase cruciale per i negoziati – Schinas ha anche sottolineato che i negoziati sono entrati in una “fase cruciale” perché le proposte su tutti i capitoli sono ormai sul tavolo. Ha inoltre ricordato che la Commissione ha ottenuto dall'ultimo vertice europeo di questa estate l'appoggio dei 28 Stati membri dell'Unione europea a negoziare. “Se le condizioni saranno soddisfatte, la Commissione europea è pronta a completare l'accordo entro la fine dell'anno”, ha continuato il portavoce della Commissione europea. Dopo tre anni di trattative tra Ue e Usa rimangono ancora molte divergenze, soprattutto sulla sicurezza ambientale e alimentare, con i critici che sostengono come il patto sia troppo sbilanciato a favore delle multinazionali a spese di consumatori e lavoratori.

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