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Trump contro i prodotti Ue e italiani. Nel mirino anche la Vespa e l’acqua San Pellegrino

Il protezionismo del presidente americano troverebbe concretezza anche nei dazi punitivi sulle importazioni dai paesi europei, secondo quanto scrive il Wall Street Journal, che parla di tariffe commerciali al 100%, anche e soprattutto come rappreseglaglia al divieto europeo che colpisce l’importazione di carne di manzo americana trattata agli ormoni.
A cura di Biagio Chiariello
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Un’imposta commerciale al 100% su tutte le importazioni negli Usa di diversi prodotti Made in UE: dalla regina delle acque minerali francesi, la Perrier, passando per il Roquefort e altri noti formaggi francesi, il foie gras, poi le moto leggere di fabbricazione europea come le svedesi Husqvarna e le austriache Ktm, fino ad uno dei simboli del boom economico italiano, la Vespa Piaggio, e anche l’acqua minerale San Pellegrino, di proprietà della Nestlé. Il protezionismo del Presidente americano Donald Trump si concretizzerebbe così, secondo un articolo del Wall Street Journal. Il tycoon newyorkese nel suo discorso di insediamento aveva già lasciato intendere l’intenzione di erigere barricate tra i “suoi” Stati Uniti e tutto ciò che viene da fuori, non solo dal punto di vista razziale, ma anche commerciale.

Negli ultimi mesi l’amministrazione Trump aveva manifestato il desiderio di proteggere i confini, le industrie e l’economica USA attraverso la futura imposizione di dazi doganali di quasi il 50% sui prodotti provenienti dalla Cina. Ora però, il principale quotidiano economico del Paese parla anche dei prodotti economici, segnalando che si tratterebbe di una sorta di ritorsione contro il bando europeo sulla carne di manzo americana trattata con gli ormoni. “Il caso della carne fornirà un’indicazione su quanto l’amministrazione intenda essere aggressiva con i partner commerciali”, ha osservato il WSJ.

Il contenzioso USA-UE sulla ‘carne agli ormoni’ risale al 1998. Nel corso degli anni Bruxelles e la Casa Bianca aveva trovato un accordo per cui l’Ue aveva acconsentito ad aprire il suo mercato alla carne americana non trattata con gli ormoni. Ma secondo i produttori Usa, il mercato Ue non sarebbe stato adeguatamente aperto. La Commissione Ue aveva quindi proposto di risolvere la controversia nell’ambito dell’accordo commerciale tra le due sponde dell’Atlantico, il Ttip (Transatlantic Trade and Investment Partnership) poi naufragato lo scorso mese di settembre. Stando ai dati del dipartimento del Commercio americano, la carne è tra i settori economici più importanti negli USA: l’esportazione vale 6 miliardi di dollari l’anno con un indotto di 7,6 miliardi che garantisce 50.000 posti di lavoro.

Nel frattempo, nel 2015 il Congresso americano ha approvato la legge che rende più semplice l’utilizzo di dazi punitivi sulle importazioni. Ma se quanto ipotizza il Wall Street Jornual dovesse essere realmente messo in atto i prodotti importati subirebbero un rincaro fortissimo che finirebbe per ripercuotersi direttamente sulle imprese americane e di conseguenza anche sulle famiglie. Il protezionismo trumpiano infatti porterebbe ad un sicuro aumento dei prezzi (risultato dell’alto costo della “manodopera”, visto che numerosi prodotti definiti “made in USA” vengono infatti assemblati o direttamente prodotti in aziende cinesi, vietnamite e messicane, dove il costo del lavoro, è drasticamente più basso) e da una diminuzione dei salari reali, nonché da effetti a medio-lungo termine sull’occupazione.

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