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Truffa da 7 milioni di euro, arrestato dirigente bancario col vizio del gioco

L’ex dirigente della Julius Bär di Lugano, autodenunciatosi, ha ammesso di aver commesso illeciti ai danni di una trentina di facoltosi clienti italiani. Si sarebbe giocato tutto nei casinò del Canton Ticino.
A cura di B. C.
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54 anni, consulente finanziario, italiano, ma residente a Lugano. Sono i dati resi note ieri dalla polizia cantonale e dal Ministero pubblico sul caso di malversazioni di 9 milioni di franchi (7 milioni di euro) del banchiere autodenunciatosi alla giustizia. Il dirigente, attivo sino a fine 2013 nella sede di Piazzetta San Carlo di Julius Bär, si è presentato insieme al suo avvocato difensore, Elio Brunetti di Lugano in Procura, nei giorni scorsi: “Ho usato in maniera illecita e a scopi illegittimi almeno 9 milioni di franchi”. L'inchiesta, appena avviata, è coordinata dalla procuratrice pubblica Raffaella Rigamonti. Il presunto truffatore si sarebbe servito del classico sistema “del buco tappa Buco” col quale “è riuscito a mascherare l'imbroglio, finché non è diventato una voragine", ha scritto il quotidiano La Regione Ticino. Avrebbe dunque prelevato somme di denaro per uso personale dai conti dei suoi clienti – si parla di una trentina di facoltosi italiani – per poi provare a rattoppare il buco. Almeno fino a che questo è diventato milionario. C’è però da dire che sicuramente una buona parte di loro non avrà dichiarato quei soldi al fisco italiano, per cui l’ammontare della malversazione potrebbe essere assai più elevato. Il banchiere afferma d’aver speso tutto il denaro nei casinò del Canton Ticino. Le accuse a suo carico sono truffa, appropriazione indebita e falsità in documenti. La Julius Bär si costituirà accusatore privato nell'ambito del procedimento penale.

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