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Truffa a Cefalù, favorivano pazienti evitando liste d’attesa: indagati medici e infermieri

Trentaquattro persone tra medici, infermieri e personale amministrativo ritenuti responsabili di peculato, falso, abuso d’ufficio e truffa.
A cura di Susanna Picone
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Medici e infermieri che agevolavano l’accesso in ospedale di alcuni pazienti a danno di altri regolarmente in lista d’attesa. È quanto accadeva all’ospedale siciliano di Cefalù dove, al termine di indagini avviate nel 2012, i carabinieri del Nas di Palermo, coordinati della Procura di Termini Imerese, hanno notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari a 34 persone. Tra gli indagati ci sono appunto medici, infermieri e personale amministrativo della Fondazione ospedaliera San Raffaele Giglio di Cefalù e dell'Assessorato regionale della Salute ritenuti responsabili, a vario titolo, di peculato, falso, abuso d'ufficio, truffa ai danni del SsR ed illecita gestione di specialità medicinali ad azione stupefacente. Secondo quanto emerso nel corso delle indagini, avrebbero agevolato l'accesso di alcuni pazienti all'Unità operativa di Chirurgia Generale della Fondazione ospedaliera a danno dei pazienti regolarmente in lista d'attesa, in violazione sia delle normative nazionali e regionali relative alla prenotazione delle prestazioni sanitarie e accesso alle liste per poi essere sottoposti ad intervento chirurgico, sia riguardo alla compartecipazione al costo delle prestazioni sanitarie.

Indagini avviate nel 2012 in seguito a un controllo – Le indagini sono state avviate quando, a seguito di un controllo, furono scoperte presunte irregolarità da parte del primario della unità operativa e di altri operatori sanitari, che non avrebbero documentato come previsto un intervento su una minore. L’intervento fantasma sarebbe stato comunque solo uno dei tanti compiuti con le medesime modalità “per favorire la propria attività libero professionale e trarne un ingiusto profitto economico”. Sarebbero stati eseguiti interventi chirurgici privati utilizzando illecitamente le sale operatorie e i farmaci in dotazione all’ospedale, avendo cura di non lasciare traccia alcuna sui relativi registri.

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