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Trenitalia taglia uffici e trasferisce personale, sindacati in rivolta

Il nuovo piano prevede il taglio di ben sette uffici su dieci che si occupano della gestione del personale della media e lunga percorrenza con trasferimenti forzati del personale.
A cura di A. P.
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Una vera e propria rivoluzione nella gestione del personale quella che attende nei prossimi mesi i lavoratori di Tenitalia dopo l'annuncio da parte dell'azienda ferroviaria delle modiche del suo piano di gestione dei dipendenti di lungo corso. Giovedì pomeriggio infatti il gruppo ha comunicato un drastico taglio agli uffici che si occupano della gestione del personale della media e lunga percorrenza con relativo trasferimento forzato dei lavoratori in altre città. Una scelta che ha colto di sorpresa dipendenti e sindacati che per questo sono già scesi sul piede di guerra chiedendo un immediato incontro con i vertici aziendali.

Il programma di tagli che sarà operativo dal 1 maggio e andrà a regime dal prossimo mese di ottobre, prevede nel dettaglio l'abolizione di ben sette presidi su dieci e la gestione del lavoro di macchinisti e capitreno dei convogli a lunga percorrenza affidata solo alle tre sedi si Milano, Bologna e Roma. Tutti i dipendenti  degli uffici presenti in Veneto, Marche, Piemonte, Toscana, Liguria, Puglia e Calabria saranno quindi trasferiti o in quelli restanti o ad altro incarico o ancora in altre società del gruppo sul territorio.

Il personale interessato è quello di lungo corso che ha raggiunto la qualifica di quadri, cioè superiore a quella di macchinisti e ferrovieri e che oggi complessivamente ammonta a 400 unità. "Non è così che ci si comporta non c'è stata nemmeno un'avvisaglia" ha spiegato Michele Formisano, segretario aggiunto dell'Orsa. "Con questo progetto restano solo i macchinisti e i capitreno ma senza nessuna struttura alle spalle, lo osteggeremo in ogni modo, anche coinvolgendo la politica" ha dichiarato invece Tommaso Lanni della Uiltrasporti. tutti i  sindacati di categoria hanno avviato le procedure di raffreddamento preliminari allo sciopero spiegando che "le evidenti contraddizioni tra il piano industriale 2017 – 2026 del gruppo Fs Italiane e le azioni messe in campo da Trenitalia, hanno evidenziato una notevole e preoccupante unilateralità decisionale che genera ormai quotidianamente preoccupazione tra i lavoratori".

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