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Treni per Lourdes inacessibili ai disabili, Trenitalia sotto accusa

Da anni, ormai, le associazioni che si occupano di trasportare gli ammalati nel santuario francese lamentano condizioni di viaggio “inumane” e con “standard di qualità inaccettabili”. L’ultimo caso: Lourdes – Mestre in 30 ore, senza aria condizionata e con i finestrini bloccati.
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L'interno di una carrozza ferroviaria adibita al trasporto di ammalati gravi.

Stamattina, nel corso di una udienza con settemila bambini delle scuole primarie di Roma, un ragazzino in sedia a rotelle ha chiesto al Papa di guidare il treno che lo porterà a Lourdes il prossimi settembre, “così non arriviamo tardi”. Probabilmente, però, neppure il pontefice potrebbe riuscire a porre fine allo scandalo che, ormai da diversi anni, vede come vittime migliaia di pellegrini e disabili, costretti a viaggiare su carri bestiame, più che treni riservati a pellegrini e diversamente abili.

Da anni le associazioni che accompagnano gli ammalati dall’Italia al santuario mariano di Lourdes, in testa l’Unitalsi, lamentano il netto peggioramento dei servizi offerti da Trenitalia e dalla sua omologa francese, Sncf. Lo dimostrano ance le notizie delle ultime ore: un gruppo che doveva rientrare nel Veneto invece di impiegare, da Lourdes a Mestre, le canoniche 18 ore ce ne ha messe addirittura 30 per fare 1.300 chilometri, ad una velocità media, dunque, di 40 chilometri all’ora. Il tutto in un treno con i finestrini bloccati, senz’aria condizionata e con una temperatura interna vicina ai 40 gradi.

Non è una novità: chi è abituato a gestire pellegrinaggi per il più famoso santuario mariano europeo sa bene a quali enormi problemi andrà incontro. Trenitalia, infatti, da tempo mette a disposizione delle associazioni treni vetusti, costruiti decenni fa, dando piani di viaggio che costringono i treni, pieni di disabili ed ammalati anche gravi, a finire in coda in tutte le tabelle di marcia. Così, se fino a dieci anni fa Napoli – Lourdes si percorreva in 21 ore, oggi, di norma, ce ne vogliono 27 o 28. Eppure fin dalla seconda metà dell’Ottocento il treno è stato il mezzo di trasporto principale con cui, da tutta Europa pellegrini ed ammalati arrivano a Lourdes. Troppo costoso l’aereo, impossibile trasportare gli ammalati in barella nei pullman: ancora oggi il treno resta il mezzo di trasporto più affidabile per un ammalato che voglia recarsi al santuario francese per pregare o chiedere una grazia alla Madonna.

Gli italiani che vanno a Lourdes sono tanti, tantissimi: la stima di visitatori annuali al santuario è tra i sei ed i sette milioni di persone, di cui oltre il 30 percento è italiano. I treni speciali, però, per Trenitalia e Sncf sono diventati poco più di una seccatura e per questo le società provano a scoraggiare in ogni modo le associazioni a richiedere di poter utilizzare gli storici “treni bianchi”, che hanno vagoni dotati di posti per ammalati che necessitano di rimanere stesi per tutto il viaggio. La priorità viene data, sempre e comunque, ai treni dell’alta velocità, Freccia Rossa o TGV, a seconda del lato delle Alpi. Così, i treni dei pellegrini e degli ammalati devono attendere, fanno lunghe soste, restano in coda, con tutti i conseguenti disagi per le persone che viaggiano sopra e che aspettano da un anno intero di potersi recare a Lourdes. Questo nonostante le associazioni, per affittare i treni sborsino fior di quattrini, quasi sempre somme superiori ai centomila euro.
Passare ai pullman, abolendo i “treni bianchi” è fuori discussione. La stessa Unitalsi stima che in questo modo almeno 6.000 ammalati ogni anno sarebbero costretti a ritenere a casa. Una ipotesi che i vertici dell’associazione, nata proprio con l’obiettivo di impegnare volontari nell’accompagnamento degli ammalati a Lourdes e ai santuari d’Italia, non intende prendere minimamente in considerazione. Il viaggio in treno, poi, lascia alle persone il necessario tempo per prepararsi spiritualmente all’arrivo a Lourdes, ma è chiaro che i continui ritardi e condizioni di viaggio definite dall’Unitalsi come “disumane” e con “standard di qualità inaccettabili” rendono sempre più difficile ogni forma di raccoglimento.

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