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Treni Italo, il 10 aprile scatta il primo sciopero

Saltano le trattative sindacati-azienda e parte il primo sciopero di 24 ore di Italo. L’azienda vuole mettere in mobilità 248 dipendenti su un organico di 935.
A cura di Susanna Picone
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Il 10 aprile i treni Italo si fermeranno per 24 ore. Ad annunciare il primo sciopero di Ntv sono stati Filt Cgil, Fit Cisl Uiltrasporti, Ugl e Fast Confsal, al termine di una riunione intersindacale, dopo la decisione dell’azienda di mettere in mobilità 248 persone su un organico di 935. “Avendo appreso che il cda di Ntv si è espresso per la messa in mobilità di 248 dipendenti, abbiamo deciso di proclamare una prima azione di lotta”, è quanto ha annunciato Salvatore Pellecchia, coordinatore nazionale della Fit-Cisl, parlando a nome di tutte le cinque sigle sindacali. Il sindacalista ha parlato dello sciopero di 24 ore in programma il 10 aprile come della “estrema ratio”, evidenziando che gli esuberi sono rimasti 248 dall’inizio della trattativa nel settembre scorso. Per Pellecchia questo dimostra “la posizione rigida e inflessibile dell’azienda nonostante i riflessi positivi derivati dalle decisioni dell’autorità dei trasporti sui pedaggi e dal ministero dello Sviluppo sui certificati bianchi”. Per il segretario nazionale della Filt Cgil Alessandro Rocchi “parlano di piano di sviluppo e vogliono licenziare circa il 25% dei dipendenti. La contraddizione risulta talmente evidente che il piano di sviluppo appare davvero infondato”.

Si tratta del primo sciopero dall'avvio operativo di Ntv nell'aprile 2012 – Come si diceva, quello del prossimo 10 aprile sarà il primo sciopero dall’avvio operativo di Ntv, che è avvenuto il 28 aprile del 2012. “Ntv parla di acquisto di nuovi treni, di apertura di nuove tratte ma servono persone per farli circolare. Ma così – evidenziano i sindacati – il piano di sviluppo è irrealizzabile”. La rottura delle trattative tra sindacati e azienda sarebbe arrivata, in particolare, sulla durata dell’accordo sulla solidarietà: secondo fonti del gruppo l’azienda chiederebbe un’intesa di 5 anni e sarebbe disponibile ad una verifica biennale, mentre i sindacati vorrebbero un accordo di due anni.

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