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Treni, ecco le 10 linee ferroviarie peggiori d’Italia per i pendolari nel 2014

Il rapporto di Legambiente sulle tratte con maggiori criticità. Presenti, tra le altre, la Roma-Ciampino-Castelli Romani, Circumflegrea e Bergamo-Milano. L’associazione ambientalista chiede a Governo e Regioni che s’impegnino per migliorare il trasporto pubblico su ferro.
A cura di Biagio Chiariello
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Come di consueto in questo periodo dell’anno, Legambiente ha stilato una classifica delle dieci peggiori linee ferroviarie d’Italia (quella del 2013) e l’ha presentata nell’ambito della “Campagna Pendolaria 2014”, dedicata alla mobilità sostenibile e ai diritti di chi ogni giorno si sposta in treno. La non invidiabile top ten è stata stilata sulla base di situazione oggettive e proteste da parte dei pendolari italiani, che ormai sono costretti a fare viaggi infernali per arrivare a destinazione. “Treni affollati, lenti, spesso in ritardo. Ed ancora treni soppressi, guasti improvvisi, carrozze sovraffollate senza contare i problemi di circolazione legati spesso al binario unico che causano ulteriori ritardi. È ciò che accade nel nostro Paese – denuncia Legambiente – e in particolare nelle 10 linee ferroviarie peggiori: Roma Termini-Ciampino-Castelli Romani, la Circumflegrea, la Bergamo-Milano, la Siracusa-Ragusa-Gela, la Portogruaro-Venezia. Ed ancora la Catanzaro-Lido-Lamezia Terme, la Salerno-Potenza e la Campobasso-Isernia-Roma. A queste si aggiungono le linee cancellate, come è accaduto in Piemonte con 14 linee tagliate negli ultimi 3 anni o per il collegamento Cremona-Piacenza. Una scelta che ha portato a cambi obbligati ed in alcuni casi a tempi di percorrenza raddoppiati”.

Legambiente punta il dito contro Regioni e Governo

L’associazione ambientalista evidenzia come la difficile situazione del trasporto ferroviario regionale rispecchia quanto è stato fatto in questi anni da Regioni e Governi : “Altro che Sblocca Italia – dichiara il vice presidente di Legambiente Edoardo Zanchini – per i pendolari il servizio, in larga parte delle Regioni, è andato peggiorando e continuerà a vedere tagli per la riduzione e l’incertezza delle risorse. Per quei tre milioni di cittadini che ogni giorno prendono il treno per andare a lavorare o gli studenti per raggiungere scuole e università, la situazione diventa sempre più difficile a causa di treni troppo spesso vecchi, lenti e in ritardo”.

Sempre più tagli

Legambiente ricorda come dal 2010 a oggi complessivamente si possono stimare in Italia tagli pari al 6,5% nel servizio ferroviario regionale e un aumento dei costi dei biglietti. “Drammi giornalieri si vivono sulle linee della Campania, del Veneto, del Piemonte o del Lazio. È vergognoso – aggiunge Zanchini – che il Governo non intervenga e che gli stanziamenti erogati dalle Regioni per questo servizio siano talmente risibili da non arrivare in media nemmeno allo 0,35% dei bilanci. Governo e Regioni devono impegnarsi concretamente per migliorare il trasposto pubblico su ferro”.

…e meno risorse

Non è tutto. Legambiente evidenzia come in 5 anni le risorse da parte dello Stato per il trasporto pubblico su ferro e su gomma siano calate del 25% e le Regioni, a cui sono state decentrate nel 2001 le competenze sui treni pendolari, in larga parte dei casi non hanno rimediato alle criticità. Fra il 2011 e il 2014 il taglio ai servizi ferroviari è stato pari al 21% in Abruzzo e al 19% in Campania e Sicilia. Mentre il record di aumento del costo dei biglietti dal 2011 ad oggi è stato in Piemonte con +47%, mentre è stato del 41% in Liguria, del 25% in Abruzzo e Umbria, a fronte di un servizio che non ha avuto alcun potenziamento.

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