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Tredicesima, solo il 14,8% resta in tasca ai lavoratori. Il resto si spende in tasse

Secondo Federconsumatori e Adusbef la gran parte della tredicesima verrà spesa in bollette, tasse, carburante e altri rincari.
A cura di Davide Falcioni
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I lavoratori che hanno la fortuna di percepire la tredicesima spenderanno quel "tesoretto" per pagare gli aumenti iniziati a gennaio di quest'anno, ovvero tasse, bolli, Imu seconda casa e accise, oltre a bollette e rincari delle autostrade, con il risultato di ridurre dell'85,2% l’agognata gratifica natalizia. A rivelarlo sono Adusbef e Federconsumatori in una nota, calcolando che "nel rincorrersi dei pagamenti da effettuare entro il 31 dicembre, dei 34,4 miliardi di euro di tredicesime che verranno pagate quest’anno, resterà nelle tasche di lavoratori e pensionati il 14,8%, ossia 5,2 miliardi, con un aumento di 2 miliardi sul 2014". In tutto ciò va anche considerato che per un'impresa su quattro il pagamento delle tredicesime è fortemente a rischio a causa di problemi di liquidità.

Federconsumatori e Adusbef prevedono un lieve miglioramento sul fronte Rc auto, la cui spesa passerà da 5,5 a 5,2 mld di euro (-5,4%). Anche il canone Rai subirà una flessione, -2 miliardi di spesa che, ricordano però, "non verrà pagata in unica soluzione, ma rateizzata nelle bollette elettriche, con la presunzione che ogni utente che abbia la luce in casa, debba per forza avere una Tv". Segnali positivi anche per quanto concerne il capitolo "mutui casa", la cui flessione dei tassi di interesse porterà un risparmio del 4,9%, con oneri passati da 4,1 a 3,9 miliardi di euro. Resteranno invece invariati i costi dei bolli auto/moto (4,1 mld) e delle bollette delle utenze (7,6 mld), mentre crescono le spese per l’Imu (+16,7%, da 1,8 a 2,0 mld) e la seconda rata della Tasi, (+10%, da 2 a 2,2 mld). Alla fine, per scopi "più piacevoli" resteranno 5,2 miliardi di euro, il 14,8%.

Le due associazioni dei consumatori "invitano il governo ad un ravvedimento operoso, sia nella riduzione del debito pubblico (un macigno di 2.191 miliardi di euro a settembre 2015) con la vendita di oro e riserve di Bankitalia, che nei tagli a sperperi e sprechi pubblici, destinando tali risparmi a ricerca ed innovazione".

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