4 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Trattativa Stato-mafia, pm chiedono di sentire Napolitano

La procura di Palermo ha chiesto alla Corte d’Assise che celebra il processo sulla trattativa Stato-mafia di attivare le procedure per l’audizione del capo dello Stato, citato a deporre come teste dai pm.
A cura di Susanna Picone
4 CONDIVISIONI
Immagine

Al termine di un’udienza del processo per la trattativa Stato-mafia la procura di Palermo ha annunciato la volontà di ascoltare la testimonianza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano alla ripresa del dibattimento, dopo le ferie estive. Il procuratore aggiunto Vittorio Teresi, prima del rinvio dell'udienza al 25 settembre, ha chiesto al presidente della Corte d'Assise Alfredo Montalto di “dare corso alle necessarie attività per l'assunzione della testimonianza del presidente Napolitano”. La Corte ha dunque annunciato che alla ripresa del processo a settembre “scioglierà la riserva sulle sollecitazioni rivolte da alcune parti alla Corte affinché rivaluti il provvedimento di ammissione della testimonianza del capo dello Stato”. Nel caso il capo dello Stato Giorgio Napolitano dovrà essere ascoltato al Quirinale, una prerogativa prevista dalla Costituzione.

La lettera di Giorgio Napolitano

“Non ho da riferire alcuna conoscenza utile al processo”, aveva scritto alcuni mesi fa il presidente Napolitano ai giudici della corte d'assise. Il Capo dello Stato ribadiva di non avere alcun retroscena da svelare sulla lettera che l’allora suo consigliere giuridico, Loris D’Ambrosio, gli inviò e sulla quale l’accusa al processo di Palermo vuole vederci chiaro sperando che Napolitano possa aggiungere spiegazioni e elementi utili alla ricostruzione della verità sulla presunta trattativa nel 1992. Alla fine di quella lettera D’Ambrosio esprimeva il timore “di essere stato considerato un ingenuo e utile scriba di cose utili a fungere da scudo per indicibili accordi, e ciò nel periodo fra il 1989 e il 1993”, quando lui era stato prima all’Alto commissariato per la lotta alla mafia e poi al ministero della giustizia. Dopo la lettera del Colle, l'Avvocatura generale dello Stato aveva chiesto di non citare il presidente, ritenendo la sua lettera esaustiva.

4 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views