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Trapani, comitato d’affari gestiva appalti ad Alcamo: sei arresti, anche l’ex vice sindaco

In manette il costruttore Pasquale Perricone, per i pm “dominus assoluto” del gruppo che gestiva anche la politica locale. In totale nell’inchiesta delle Fiamme Gialle sono indagate 32 persone.
A cura di Antonio Palma
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Un vero e proprio comitato d'affari che gestiva  appalti e influiva  pesantemente sulla gestione politico-amministrativa della città. È quello che secondo i finanzieri del comando provinciale di Trapani si era insediato ad Alcamo, in provincia di Trapani, e di cui facevano parte imprenditori, professionisti, dirigenti pubblici ed ex politici. Per questo in manette questa  mattina sono finite sei persone tra cui il costruttore Pasquale Perricone, ex vice sindaco di Alcamo, e un dipendente regionale del Centro per l'impiego. In tutto son 32 le persone indagate. Per il rappresentante dell'associazione temporanea di imprese che gestiva l'appalto di riqualificazione del porto di Castellammare infine disposto divieto di esercizio dell'attività professionale.

L'indagine della Guardia di finanza che ha portato oggi agli arresti e al sequestro di beni nelle disponibilità finanziarie degli indagati, era nata proprio dal fallimento di una delle  società incaricate dei lavori di riqualificazione del porto di Castellammare. Dietro quel fallimento, secondo la Procura di Trapani che ha coordinato le indagini, vi era una bancarotta fraudolenta messa in atto per sottrarre circa 4 milioni di euro dai fondi destinati all'opera pubblica. Per gli inquirenti infatti la società non era altro che una delle tante anime di una operazione pianificata nei dettagli per disperdere tra subappalti le risorse di denaro pubblico affluite per la realizzazione del porto. Al vertice del gruppo, secondo i pm, vi era proprio l'ex vicesindaco Perricone che formalmente non era collegato ad alcuna delle società coinvolte ma in pratica gestiva l'intero piano.

"Sono stati ricostruiti un grave episodio di bancarotta fraudolenta, un episodio  specifico di corruzione legato alla formazione professionale e tutta una serie di reati in materia di truffa, reati che hanno fatto emergere un quadro di oggettiva e allarmante gravità rivelando una preoccupante capacità di condizionamento sul tessuto politico, economico e sociale della zona interessata" ha dichiarato il procuratore capo di Trapani Marcello Viola. Tra i reati contestati al Perricone anche quello di aver organizzato corsi formazione professionale falsi per incassare i finanziamenti pubblici e assegnando posti di lavoro in cambio di favori e altre utilità. "Perricone era il dominus assoluto. Si tratta di uno scenario complesso e inquietante da cui emerge il forte legame tra Perricone e la politica. Emerge anche uno spaccato di quello che succede nel Comune di Alcamo. Perricone decideva quello che bisognava fare in Consiglio comunale, il piano triennale delle opere pubbliche è stato scritto da lui. Lo scopo era quello di racimolare soldi in tutti i modi immaginabili" ha concluso il sostituto procuratore Ambrogio Cartosio.

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