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Tragedia a Trieste, restano appesi per ore sotto al sole: morti due anziani alpinisti

Probabilmente i due anziani alpinisti, di 84 e 79 anni, sono morti per sfinimento dopo essere rimasti appesi per ore sulla parete, bloccati sotto il sole cocente.
A cura di Susanna Picone
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Drammatico incidente in montagna giovedì in Val Rosandra, a pochi chilometri da Trieste, sulla ferrata “Rose d’Inverno”. In tarda serata gli uomini del Soccorso alpino di Trieste hanno trovato i corpi senza vita di due alpinisti. Si tratta di due anziani triestini, l'84enne Roberto Nardini e il 78enne Giorgio Peressoni. Li stavano cercando dopo che la moglie di uno dei due aveva lanciato l’allarme non vedendolo rientrare come solitamente faceva per ora di pranzo. Secondo il Soccorso alpino di Trieste, i due sfortunati alpinisti potrebbero essere morti per sfinimento dopo essere rimasti per ore appesi in parete, sotto il sole della caldissima giornata. Dalle prime rilevazioni effettuate dai soccorritori non sembrerebbe che i due siano rimasti coinvolti in cadute. Sembra, invece, che il capocordata abbia perso l’appiglio e abbia trascinato in basso anche il compagno che era legato a lui. Da quel momento la coppia di alpinisti non sarebbe più riuscita ad avvicinarsi alla parete per cercare di mettersi in salvo.

Tecnici al lavoro per tutta la notte per recuperare i cadaveri – Sul posto sono intervenuti anche la Polizia di Stato, con gli specialisti della Scientifica, i Vigili del fuoco, i Carabinieri e il 118. I tecnici del Soccorso Alpino di Trieste hanno lavorato tutta la notte per recuperare i due corpi. Nardini, che si trovava più in alto, è stato rinvenuto in una posizione che lasciava chiaramente intendere il tentativo di tirare su l'amico per la vita. I tecnici intervenuti sul posto hanno dovuto attendere prima l'arrivo del medico del 118 per la constatazione del decesso e poi quello della polizia scientifica: medico e poliziotto sono stati imbracati e accompagnati alternatamente in cordata fino al punto del ritrovamento, situato ad una sessantina di metri di altezza da terra, a due terzi della ferrata, nel punto tecnicamente più difficile e verticale della stessa. Solo dopo queste operazioni, intorno alle tre di notte, gli uomini hanno potuto calare i due amici alla base della parete.

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