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Torna L’Otello di Fabrizio Monteverde al Teatro di San Carlo di Napoli

Anbeta Toromani, José Perez ed Alessandro Macario protagonisti dell’Otello di Fabrizio Monteverde per l’inaugurazione dell’Autunno Danza 2015 del Teatro di San Carlo di Napoli.
A cura di Massimiliano Craus
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Otello_foto Francesco Squeglia
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Il maltempo irrompe ma si porta dietro l'AutunnoDanza, stagione di balletto del Teatro di San Carlo di Napoli che mette in scena una delle tragedie più riuscite di William Shakespeare, l’Otello di Fabrizio Monteverde, nella meravigliosa location del Teatro di San Carlo. Già pensato e coreografato per il Balletto di Roma, l’Otello di Monteverde rappresenta un masterpiece di sicuro successo in termini di contenuti e pubblico, così da garantirsi un filo conduttore narrativo da sempre apprezzato a Napoli. Le sperimentazioni contemporanee del più o meno recente passato spesso non hanno convinto il grande pubblico così, nonostante l’assenza perdurante della direzione artistica della compagine di balletto, ci si è garantiti la pagnotta quanto meno culturale dell’offerta al crescente numero di spettatori interessati alle sorti della Tersicore partenopea. Per queste ragioni di sorta, proviamo a spiegare il perché di questo Otello.

Otello_foto Francesco Squeglia
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La coppia Macario/Toromani in scena nell'Otello, ne Lo Schiaccianoci di Natale ed il Romeo e Giulietta di giugno 2016

In primis funziona il consolidato format narrativo di cui sopra. In secondo luogo il cast squisitamente commerciale scelto per l’occasione. Si badi bene l’accezione non negativa del termine commerciale, dal momento che si citano i vari Alessandro Macario, primo ballerino ospite della compagnia del Teatro di San Carlo nelle vesti di Iago, la Desdemona di Anbeta Toromani e l’Otello di Josè Perez. Volti noti, anche ai telespettatori meno accaniti, nonché di indiscusso talento ed abnegazione alla causa sancarliana. Non a caso la coppia di vita e di scena Macario/Toromani è divenuta nel tempo più che consolidata nei pas de deux del prossimo Lo Schiaccianoci di Lienz Chang e del successivo Romeo e Giulietta di giugno a firma di Mikhail Lawrovsky. Ma per non impelagarci troppo torniamo al nostro Otello.

Otello_foto Francesco Squeglia
Otello_foto Francesco Squeglia

Otello: da Shakespeare a Monteverde attraverso le diversità interpretate dal cubano José Perez

Nella produzione di Fabrizio Monteverde, uno dei coreografi più apprezzati del versante contemporaneo del repertorio dei nostri giorni, Otello è un diverso, un uomo di colore più emarginato della stessa emarginazione immaginata e scritta da William Shakespeare. La sua forza sta proprio nella non-forza della sregolatezza e dell’immancabile rifiuto delle regole. La cornice di questo tragico equilatero di passioni e morte è il mare, un mare più della banchina che quello aperto. Un mare che fa del proprio porto un tragico porto di mare, che ferisce e pulisce il brulicare delle notissime passioni shakespeariane. Qui Monteverde fa largamente uso delle forzature enfatiche delle musiche di Antonin Dvorak, rinunciando alla partitura di un più vecchio Otello coreografato sulle musiche di Federico Bonetti Amendola. La musica struggente di Dvorak accompagna, anche ironicamente, l’avvicendarsi delle frasi narrative e coreografiche attraverso i corpi più che idonei del citato triangolo Perez, Macario e Toromani. Qui la mano del cubano maitre de ballet del Teatro di San Carlo Lienz Chang si vede per l’approccio degli interpreti, fedelissimi evocatori delle passioni, della gelosia e del delitto di un Otello rappresentato in una innovativa produzione nell’intento di aprirsi ad un ventaglio di esperienze coreografiche sempre più lungimiranti. Poi nessuno storcerà il naso quando tornerà la settimana prossima la divina Svetlana Zakharova a far cassa al Massimo napoletano con Carmen Suite di Alberto Alonso tuttavia, nell’ormai consolidato orientamento verso il nuovo delle passate direzioni artistiche, si confida appassionatamente in un indirizzo sempre più dedito al turn over tra il vecchio ed il nuovo che avanza. Il plauso di incoraggiamento è più che meritato, tra le macerie teatrali italiane pare già significativo l’investimento, seppur ridotto, nel comparto danza del Teatro di San Carlo per cui appassioniamoci serenamente al triangolo non propriamente equilatero di questo Otello. Primo tassello di questa stagione di balletto 2015-2016 di cui vi proponiamo il cartellone cliccando qui.

Otello_foto Francesco Squeglia
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