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Il Senato approva il ddl anticorruzione: torna il reato di falso in bilancio

Via libera alla nuova normativa che disciplina il falso in bilancio. Polemica Forza Italia: “È solo propaganda”.
A cura di Redazione
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Ore 18:10 – Il Senato ha approvato il disegno di legge anticorruzione, con 165 voti a favore e 74 contrari.

Come vi stiamo raccontando, il Senato della Repubblica è impegnato in questi giorni nella discussione del disegno di legge su corruzione, voto di scambio, falso in bilancio e riciclaggio. Si tratta della proposta di legge che porta la firma del Presidente del Senato Grasso e che recepisce le proposte di legge Lumia, De Cristofaro, Airolo, Cappelletti, Giarrusso e Buccarella” presentato in Senato quasi due anni fa e che contiene una serie di modifiche alle discipline sanzionatorie dei reati di corruzione e l’introduzione del reato di falso in bilancio.

Proprio su questo aspetto è arrivato il voto dell’Aula, che con 124 voti a favore, 74 contrari e 43 astensioni (che valgono come voto contrario), ha reintrodotto un reato abolito dal Governo Berlusconi. La nuova normativa introduce alcune modifiche sostanziali:

  • le false comunicazioni sociali, attualmente sanzionate come contravvenzione, tornano ad essere un delitto, punibile con la pena della reclusione (da 1 a 5 anni);
  • la fattispecie è configurata come reato di pericolo;
  • il delitto è perseguibile d’ufficio, salvo nelle ipotesi in cui il fatto sia di lieve entità
  • è modificato il riferimento al dolo intenzionale (in particolare, permane il fine del conseguimento per sé o per altri di un ingiusto profitto, ma viene meno "l'intenzione di ingannare i soci o il pubblico" );
  • restano punite l’esposizione fraudolenta di fatti materiali non rispondenti al vero e l’omissione di fatti materiali rilevanti
  • pene da tre ad otto anni e procedibilità d’ufficio per il reato di false comunicazioni sociali delle società quotate

Resta esclusa invece la possibilità di utilizzare intercettazioni telefoniche nel corso di indagini legate a reati di falso in bilancio per società non quotate (dal momento che la pena minima è inferiore a due anni), con i senatori che hanno respinto alcuni emendamenti che proponevano un ulteriore innalzamento delle pene proprio per rendere possibile l’uso delle intercettazioni telefoniche. Anche per questo motivo è arrivato il no al provvedimento di Sinistra Ecologia e Libertà (i cui membri si sono astenuti), mentre il Movimento 5 Stelle ha votato “no” secondo l’indicazione dei propri militanti. Una situazione che rende molto complicato il percorso per l’approvazione definitiva delle norme, dal momento che la maggioranza ha numeri molto risicati (ed ha rischiato di andare sotto su un emendamento, bocciato con un solo voto di scarto). E non sono mancate le polemiche:

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