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Torino, salvato da un aneurisma grazie all’aorta stampata in 3D

La tecnica sperimentata all’ospedale Mauriziano di Torino ha permesso al paziente di stare a casa dopo 5 giorni.
A cura di A. P.
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Le stampanti 3D sono da tempo un realtà consolidata anche se per ora ancora scarsamente utilizzate se non per specifici settori. Uno di questo è la medicina che grazie a questo nuovo strumento sta facendo passi da gigante in alcuni ambiti ben precisi. È il caso ad esempio della stampa in 3D di protesi per impianti o di copie di organi da usare per operare con più precisione sul paziente. Come racconta Repubblica, proprio la stampa 3D è stata fondamentale nel risolvere un caso molto complesso su un paziente che rischiava un futuro in carrozzina a causa di un aneurisma.

Giuseppe Faro, romano di 65 anni, si era rivolto a vari centri in Italia e all'esterno fino a quando non è entrato in contatto con l’ospedale  Mauriziano di Torino, dove il chirurgo vascolare Michelangelo Ferri gli ha proposto una nuova tecnica sperimentale: un'aorta realizzata con una stampante 3D. L'aorta, stampata grazie ad un progetto comune tra Italia, Scozia e Giappone, ha permesso al paziente di poter tornare a casa appena cinque giorni dopo l'operazione.

"Facciamo costruire su un modello di plastica la riproduzione fedele dell’aorta del paziente, sul quale proviamo la protesi. In questo caso abbiamo praticato cinque fori che corrispondono alle arterie da mantenere aperte" ha  spiegato Ferri, sottolineando: "Con due piccole incisioni, una all’inguine e una al braccio, è stato possibile curare l’aneurisma senza ricorrere all’apertura chirurgica del torace e dell’addome un intervento molto invasivo che hanno un alto rischio di finire in dialisi, di diventare paraplegici, di avere una grave insufficienza respiratoria".

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