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Torino: rivolta dei migranti all’ex Moi dopo il lancio di bombe carta contro le palazzine

Centinaia di profughi hanno protestato nella tarda serata di ieri, lanciando bottiglie e ribaltando cassoni dell’immondizia, dopo l’esplosione di alcune bombe carta nei pressi del villaggio olimpico, occupato ormai da anni: la polizia sta indagando.
A cura di Biagio Chiariello
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Forti tensioni, nella notte a Torino, tra le palazzine dell'ex villaggio olimpico (MOI) da anni occupate da centinaia di famiglie di immigrati e profughi, nei confronti dei quali il comune ha in programma da tempo uno sgombero, che però fatica a realizzare. Intorno alle 23, alcune centinaia di persone hanno protestato, in modo piuttosto violento: hanno sradicato cartelli stradali di via Giordano Bruno e danneggiate alcune auto in sosta, lanciato bottiglie ribaltato cassoni dell’immondizia, urlato contro i residenti della zona, come scrive La Stampa.

C’è da dire che un’ora prima ci sarebbe stato il lancio reiterato di alcune bombe carta da parte di un gruppo di ragazzi davanti alla sala scommesse ‘Match point’ di via Giordano Bruno, a trenta metri da piazza Galimberti, a duecento dalle palazzine occupate. Poi le grida dei migranti: “razzisti”, “bastardi”, “carogne”, quindi è esplosa la rivolta nella quale sono state bloccate le vie di accesso alla zona. Su segnalazione degli abitanti, sul posto è intervenuta una camionetta dei vigili del fuoco, che però non è riuscita a raggiungere il luogo delle esplosioni. Le forze dell’ordine hanno poi riportato la calma con qualche decina di uomini in tenuta antisommossa, ma non c’è bisogno di allontanare nessuno. La polizia ora sta cercando di capire chi abbia fatto esplodere i petardi e con quali motivazioni.

L’uomo che ha dato l’allarme per primo ha raccontato a La Stampa: “Eravamo già a letto quando c’è stato lo scoppio alle palazzine. Hanno tremato le tapparelle e i vetri. Poi un gruppo di persone è corso fuori gridando. Avevamo paura, non per noi adulti, ma per i nostri bambini”. Racconti simili a quelli di altri ragazzi. “C’era il delirio per strada, i profughi si sono spostati finora qui, in via Albenga. Noi stavano guardano da lontano, avevamo paura” dice Umberto al quotidiano di Torino. “Abbiamo chiamato la polizia, che stava già arrivando”. Umberto si allontana dal Moi: “Fino a ieri eravamo soltanto stufi di questa situazione di illegalità diffusa che c’è in zona. Adesso abbiamo davvero paura”.

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