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Torino, resta grave la donna che si è data fuoco. Il soccorritore: “È stato terribile”

Il racconto di Anas Sabi, il giovane italo-marocchino che ha aiutato la donna che si è data fuoco a Torino: “Quando uno perde il lavoro arriva a compiere gesti disperati, la capisco”. Concetta lotta tra la vita e la morte.
A cura di Susanna Picone
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È in condizioni critiche Concetta Candido, la donna di 46 anni di Settimo Torinese che ieri si è data fuoco negli uffici dell’Inps di corso Giulio Cesare a Torino. La donna è ricoverata all’ospedale Cto, è intubata e la prognosi è riservata. Ha riportato ustioni sul 30 percento del corpo. Mentre lei in ospedale lotta tra la vita e la morte, suo fratello dall’esterno della struttura ha detto di voler capire cosa è accaduto. “Provo tanta rabbia e non so come incanalarla. Anche verso mia sorella, per aver fatto un gesto che non condivido”, ha spiegato l’uomo che ha aggiunto di non aver parlato e di non volerlo fare con chi l’ha licenziata: “Non li ritengo responsabili di quello che è successo, ma li ritengo moralmente responsabili per non aver fatto correttamente gli imprenditori. Ora vogliamo capire con l'avvocato la questione del Tfr, che mia sorella non ha ricevuto nei tempi corretti. Se avesse avuto i soldi, avrebbe superato questo momento di crisi. Voglio entrare nel merito, individuare vuoti istituzionali”. “Di lei sdraiata sul letto – ha detto ancora l’uomo parlando della sorella in ospedale – vediamo solo le narici”.

Il racconto del giovane soccorritore: “La capisco” – Ha parlato in queste ore del drammatico episodio all’Inps anche il giovane che per primo ha tentato di aiutare la signora Concetta. Si tratta di Anas Sabi, un italo-marocchino di 30 anni che era in coda allo sportello dietro alla donna che si è data fuoco. “Quando uno perde il lavoro arriva a compiere gesti disperati, la capisco…”, ha detto il giovane originario di Casablanca ma in Italia da quando era ragazzino. “L'ho vista prendere fuoco, è stato terribile – ha raccontato l’uomo – ringrazio il Signore per avermi dato la forza di reagire e per avermi fatto rimanere calmo e lucido”. Il giovane ha preso l'estintore e l'ha attivato. E ora “prego per lei – ha spiegato – perché tutto si risolva per il meglio”. “Mi occupavo di impianti elettrici – ha detto ancora dicendo che adesso è disoccupato – e grazie a questo lavoro riuscivo a mantenere tutta la famiglia. Siamo in cinque. Ora non riesco più. Non sono sposato. Come faccio senza un soldo?”. Per ringraziarlo del coraggio e dell'altruismo, Anas è stato ricevuto questa mattina negli uffici dell'Inps.

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