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Torino, non assumono la cameriera perché è nera: “Fa scappare i clienti”

Quando la proprietaria di un bar ha visto la foto di Ange, una ragazza originaria del Ruanda, avrebbe detto al fidanzato di non poterla accettare come cameriera: “Noi non siamo razzisti, ma i clienti sì”.
A cura di Susanna Picone
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A Torino c’è un bar gestito da un albanese e dalla compagna cinese che cerca personale. Ma che non accetta dipendenti di colore. O almeno questo è quanto si è sentito dire Piero Passatore, attore trentacinquenne che vive nella città della Mole insieme alla fidanzata Ange, una ragazza di ventotto anni del Ruanda. Una ragazza, quindi, dalla pelle nera. È proprio lei che Passatore avrebbe voluto far lavorare nel bar torinese, ma a quanto pare i gestori non hanno proprio voluto incontrarla in quanto una cameriera nera avrebbe fatto “scappare” i clienti. È lo stesso fidanzato di Ange a raccontare come è andata. Sulle pagine di Vanity Fair si legge: “Un amico mi ha detto che stavano cercando personale e, siccome Ange aveva finito il lavoro di doposcuola con i bambini e voleva un impiego per l’estate, sono andato a prendermi un cappuccino lì, con l’idea di proporre un incontro con la mia ragazza. Che, come avevo già spiegato loro, è gentile, onesta, sorridente. E ha avuto esperienze di lavoro in hotel e ristoranti”.

"Se è africana non possiamo assumerla" – A quel punto la titolare, che sembrava contenta della proposta, gli avrebbe chiesto informazioni sull’aspetto della donna e così lui le ha mostrato una foto: “No, se è africana proprio no”, avrebbe quindi detto la proprietaria del bar. “Noi non siamo razzisti – avrebbe spiegato – ma i clienti sì. Soprattutto gli anziani lo sono, e se prendiamo una nera, loro scappano”. Su Vanity Fair si legge anche un’altra storia che vede sempre come “vittima” Ange. La ragazza stava per partire per fare la badante a un’anziana, parente di una conoscente, quando ha ricevuto la telefonata della figlia della donna: “Ma di dove sei? Africana? No, guarda, io non sono razzista, ma mia madre è anziana, problematica e non sopporta i neri”, le avrebbero detto negandole, di fatto, un altro lavoro. Ange, da parte sua, riesce anche a mantenere la calma dinanzi a questi episodi. Ha spiegato che quando è arrivata in Italia, a Mondovì, ha lavorato come cuoca in una casa di riposo: “Mi dicevano di non farmi vedere dagli ospiti della struttura perché altrimenti non avrebbero più mangiato i miei piatti”.

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