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Torino, l’uomo che ha visto morire Erika in piazza. “Ora di notte grido per gli incubi”

“Mi hanno travolto con lei, ero certo di morire, la paura non finirà mai”, sono parole che fanno raggelare il sangue nelle vene quelle di Alessandro Bovero, 47 anni, in piazza San Carlo lo scorso 3 giugno nella calca che generato migliaia di feriti e una vittima. “Ora se vedo 50 persone insieme non riesco a mettermi tra loro”.
A cura di Biagio Chiariello
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Alessandro Bovero, 47 anni, non dorme più dalla sera del 3 giugno. Lui, come migliaia di altre persone, era in Piazza San Carlo, a Torino, per assistere alla diretta tv sul maxischermo della finale di Champions League tra Real Madrid e Juventus. Sul finale di partita è avvenuta la tragedia che da allora lo tormenta come non mai. I fatti sono noti: il ‘petardo’, la calca umana, migliaia di feriti. E una vittima: Erika Pioletti, 38enne di Domodossola.

“Ho visto quella folla, che sembrava un esercito di militari, venire contro di me. Mi sono ritrovato per terra. Ho notato quella ragazza, a fianco, andare a sbattere contro un portone. Come hanno preso lei da dietro, potevano prendere me. Ma io mi ero già per terra. Mi sono salvato per pochi secondi. Una cosa così non l’ho mai vista in vita mia. Mi alzo la notte e grido per gli incubi”, racconta l’uomo ai giornali italiani. Quella ragazza di cui Alessandra parla è proprio Erika. “Ci siamo ritrovati a terra, schiacciati. Ci siamo guardati – ricorda – ma non ci siamo visti tanta era la paura in quel momento. Mi sono rialzato e sono corso via, in cerca di riparo, in cerca di aiuto. Solo molti giorni dopo ho capito che quella donna stesa accanto a me era Erika e che lei non era riuscita a rialzarsi e scappare”. Alessandro racconta con molta fatica quei drammatici momenti in ha creduto di morire. “Certe immagini le avevo viste solo al cinema – ammette l’uomo – o nei telegiornali. Quando le tv mostrano le scene di panico durante gli attentati terroristici sai di essere lontano, provi tristezza per le vittime. Ti immedesimi in loro e pensi a come ti saresti comportato tu. Poi però la vita continua”.

La notte è la fase più dura per Alessandro. “Ho gli incubi, il mio compagno mi dice che urlo a volte come un pazzo. L’altro giorno me l’ha detto, è perché mi è venuta in mente quella immagine”. Sabato scorso con il suo partner è stato al Gay pride di Torino: “Ma non sono riuscito a mettermi in mezzo alla gente — afferma – ho paura. Una cosa così non l’avevo mai vista, mai provata. Ma adesso so cosa vuol dire. Se vedo 50 persone insieme non riesco a mettermi tra loro”.

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