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Torino, esplosivo in una busta recapitata ad agenzia di viaggi

La Viaggi 747 si occupa anche dei rimpatri degli immigrati reclusi nel Cie. Si segue la pista anarchica.
A cura di Redazione
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Artificieri al lavoro (immagine d'archivio @LaPresse)
Artificieri al lavoro (immagine d'archivio @LaPresse)

Viaggi 747 non è soltanto l'agenzia di viaggi torinese sita in via Milano 13, ma è anche quella che si occupa dei rimpatri degli immigrati reclusi nel Cie (Centro di identificazione ed espulsione). È questa, probabilmente, la "colpa" attribuita a Viaggi 747 da parte di chi gli ha fatto recapitare una busta contenente un ordigno esplosivo. L'allarme è stato dato dai gestori, che hanno notato uno strano timbro sulla busta e che forse avevano il sospetto di essere presi di mira. In attesa delle rivendicazioni e degli esiti delle indagini, i sospetti ricadono sulla pista anarchica.

La busta – da cui fuoruscivano anche dei fili – sarebbe probabilmente esplosa nel caso in cui si fosse eseguito il consueto strappo del lembo che chiude una lettera. Sono stati dunque gli artificieri a disinnescare l'ordigno, dopo l'intervento sul posto della Digos e l'isolamento di tutta la zona centrale di Porta palazzo da parte di polizia e Vigili del fuoco. Il blocco della zona di Porta palazzo è stato eseguito in una giornata critica sia per la presenza della massima carica dello stato, sia per l'affluenza dei turisti. Nella stessa giornata, infatti, Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica era in visita al Salone del gusto e Terra madre a Torino.

I sospetti ricadono sugli anarchici, almeno per il momento. Si attende infatti una rivendicazione che, in casi simili, non è mancata. Pacchi simili a quello recapitato all'agenzia di viaggi furono inviati nel 2003 a Romano Prodi, nel 2005 a Sergio Cofferati, allora sindaco di Bologna, e al questore di Lecce, nel 2006 a Sergio Chiamparino, ex sindaco di Torino, nel 2013 a La Stampa e a gennaio di quest'anno al tribunale di Civitavecchia. Molti attentati sono stati contestati a cinque membri di Scripta manent, che sono in carcere da due settimane. Si sospetta che gli anarchici abbiano agito in solidarietà ai compagni agli arresti.

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