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Torino, arresti e perquisizioni nel movimento No Tav. C’è anche un 70enne

Ventitré persone sono state sottoposte a misure cautelari in riferimento a un corteo organizzato dal Movimento No Tav nel giugno del 2015.
A cura di D. F.
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La polizia di Torino sta notificando 23 misure cautelari nei confronti di altrettanti attivisti del Movimento No Tav. Tre persone sono state sottoposte a fermi. Si tratta – come rivela Radio Onda D'Urto – di uno studente universitario torinese, un ragazzo di Modena e un attivista 70enne del Nucleo Pintoni Attivi. Il Tribunale ha inoltre disposto nove arresti domiciliari con le restrizioni e per gli altri 11 obblighi di firma. Ai provvedimenti è stata affiancata la perquisizione, da parte della Digos di Torino, della Credenza di Bussoleno, la storica osteria popolare frequentata – tra gli altri – da numerosi attivisti No Tav.

Nel mirino degli inquirenti la giornata di mobilitazione del 28 giugno 2015, quando una marcia a cui presero parte centinaia di persone ruppe i divieti imposti per raggiungere il cantiere. Le persone destinatarie delle ordinanze cautelari sono residenti in Valle di Susa, a Torino, ma anche in altre città italiane e – come spiegano fonti del movimento – "si va da giovani studenti universitari agli ultrasettantenni".

Studiare i No Tav? Si rischiano 2 mesi di reclusione

Secondo il sito No Tav, organo di comunicazione del movimento, l'operazione avrebbe un "tempismo perfetto", anche perché giunge a pochi giorni di distanza da un provvedimento che ha fatto molto discutere. La scorsa settimana, infatti, una studentessa universitaria di antropologia è stata condannata a due mesi di reclusione con la condizionale per "concorso morale" con i manifestanti del movimento No Tav, che seguì in occasione di una manifestazione del 2013. Secondo la Procura di Torino la giovane – insieme a una collega ricercatrice di sociologia – "ha agevolato la commissione di reati da parte di altri […] quantomeno a titolo di dolo eventuale," poiché quando partecipa a una manifestazione No Tav bisogna "immaginare che possa degenerare in atti di rilevanza penale".

Appello per la "libertà di ricerca e di pensiero"

Il caso ha fatto molto discutere, tanto che centinaia di studenti e ricercatori hanno sottoscritto un appello per la "libertà di ricerca e di pensiero": "Siamo indignati: che ci risulti, è la prima volta dal 25 aprile 1945 che una tesi di laurea viene considerata oggetto di reato e subisce una condanna. Ci domandiamo, increduli, quale perversione attraversi un paese che porta nelle aule di un tribunale le parole di una tesi di laurea. Ci sconvolge che tutte le tesi di laurea siano potenzialmente oggetto delle letture inquisitorie dei magistrati e che la Procura di Torino si senta legittimata a sanzionare penalmente l’uso di un pronome personale a tutti gli effetti fondante della grammatica italiana quando usato in riferimento a un tema politico ad essa non gradito".

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