Tommy Parisi, neomelodico di Bari, è latitante: le accuse al figlio del boss
Non era mai stato coinvolto nelle indagini che avevano riguardato suo padre Savinuccio e le attività illecite del clan Parisi. Anche a luglio scorso, quando, il Comune di Bari aveva annullato un suo concerto, aveva rimarcato il fatto di essere incensurato. "Non rinnego mio padre, ma ho scelto l'onestà” , aveva detto in quell’occasione. Ma ora il nome di Tommy Parisi, il reuccio della musica neomelodica pugliese, e tra i venticinque nomi destinatari di ordinanza di custodia cautelare emesse all’alba di ieri dall’Antimafia di Bari. E lui ha fatto perdere le proprie tracce.
Secondo gli investigatori, Tommy avrebbe fatto da tramite tra il padre in carcere e i membri del clan, portando informazioni e allo stesso tempo trasmettendo le ‘direttive' del boss all'esterno. Parisi jr avrebbe pilotato anche tutti i subappalti del quartiere Japigia, dei quali il clan aveva la gestione assoluta. “Emerge in maniera chiarissima come Savino Parisi, in quanto detenuto, si serva del figlio Tommaso non solo per avere notizie in ordine all’attività illecita svolta e agli equilibri all’interno del clan, ma anche per veicolare messaggi e direttive all’esterno del clan” scrive il gip nell’ordinanza di custodia cautelare.
9 dischi, concerti dal vivo, spettacoli in sagre, cerimonie e Festival della musica partenopea, Tommy a Bari (ma non solo) è un idolo. Lo si evince dalla valanga di commenti di solidarietà che si possono legge sulla sua pagina Facebook: “Ho saputo dell’ennesima cattiveria delle istituzioni nei tuoi confronti, mi dispiace tanto”, oppure “Bari città di m…”, “Tommy sii forte, devi camminare sempre con la testa alta”. Lui sorrideva ai suoi supporter e li invitava a godersi l’estate.
Nel frattempo la polizia ha diffuso un video che documenta un episodio emerso nel corso delle indagini. Si vede chiaramente Tommy Parisi che picchia un uomo, appartenete alla criminalità locale, probabilmente per punire uno ‘sgarro' fatto alla famiglia Parisi. Insieme a lui i fratelli del boss Savinuccio, Michele e Giuseppe. La vittima, ben consapevole dello spessore criminale del gruppo, non accenna in alcun modo a reagire