Tolto ai genitori il 14 enne costretto a doparsi per vincere le gare di nuoto

Ne avevamo parlato lo scorso ottobre scorso. Sostituendosi prima all’allenatore, poi al dietologo e agli altri specialisti, un padre di Treviso obbligava il figlio 14 enne ad estenuanti allenamenti e, sopratutto, ad assumere integratori per migliore le prestazioni sportive prima delle gare di nuoto. La procura ne aveva chiesto il rinvio a giudizio, muovendo nei confronti di quel genitore l'accusa di maltrattamenti in famiglia. Ed oggi il Gazzettino scrive che il giudice civile trevigiano ha tolto la patria potestà a quell'uomo e lo ha condannato a due anni, pena sospesa. Stesso provvedimento nei confronti della madre del 14 enne, che aveva trascinato il marito in tribunale dopo aver preso coscienza dei fatti. La donna non è stata ritenuto idonea all'educazione. Il minorenne è stato invece affidato ai servizi sociali.

Al padre è stato contestato di aver fatto assumere al figlio, sostanze iperproteiche e integratori inadatti ad un ragazzino di quell'età. Il ragazzino, obbligato peraltro ad incessanti allenamenti, da tempo accusava malesseri fisici e disturbi psicologici, di cui si erano avveduti parenti e compagnia di squadra. Della vicenda aveva parlato anche il neo-premier, Matteo Renzi, che in una delle sue newsletter si era detto "colpito" dalla storia. "Ci penso e ci ripenso. E mi domando cosa possa scattare nella testa di un uomo per arrivare a una simile follia. Distruggere la libertà di un figlio per inseguire un proprio sogno – aveva scritto Renzi – è l'atto di egoismo più grande immaginabile".