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Il tifone Haiyan lascia le Filippine e colpisce il Vietnam: 14 morti

Almeno 80 feriti e quattro dispersi, dopo il passaggio dell’apocalittico Haiyan in Vietnam. Il tifone, comunque, ha perso potenza. Nelle Filippine, intanto, si contano i morti: il bilancio provvisorio parla di 10 mila morti solo a Tacloban.
A cura di Biagio Chiariello
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Dopo aver messo in ginocchio le Filippine, il tifone Haiyan è arrivato, dirompente, in Vietnam. Il bilancio è già drammatico: 14 morti, 4 dispersi e un'ottantina di feriti, secondo una prima stima fatta dalla protezione civile del Paese asiatico e citata dalla CNN. Ora Haiyan proseguirà verso la Cina. Ma se in questi giorni ha raggiunto una forza pari ai 300 km/h, spostandosi verso il Mar meridionale cinese è stato depotenziato, con le raffiche di vento che hanno diminuito la propria velocità fino a 163 km/h, almeno stando a quanto afferma il centro metereologico vietnamita. L’ambasciatore italiano in Vietnam, Lorenzo Angeloni, sottolinea che “non ci sono stati danni per gli italiani in Vietnam e neanche danni eccessivi per la popolazione locale”. Le parole del diplomatico a margine della Missione per la Crescita da parte del vice presidente della Commissione Ue, Antonio Tajani, in corso nel Paese.

Morte e devastazione, invece,  nelle Filippine, dove è iniziata la corsa alla solidarietà e agli aiuti. Si temono più di 10mila persone uccise nella sola città di Tacloban, l’area più colpita, almeno secondo quanto afferma il responsabile delle operazioni delle Nazioni Unite Valerie Amos. Finora l’agenzia nazionale per i disastri ha recuperato 1.774 morti, contando circa 2.500 feriti. Secondo il National Disaster Risk Reduction and Management Council (Ndrrmc), le famiglie colpite sono 944.586, pari a 4,28 milioni di persone. 12 sono gli italiani dei quali finora non si sapeva ancora nulla. Ma stamane il viceministro degli Esteri Marta Dassù, nel corso di un'intervista a Radio anch'io, ha detto di aver contatto "tre persone, stanno bene e questo è un dato positivo", ha commentato il viceministro. "Naturalmente non possiamo avere il controllo di tutti gli italiani che si muovono in un Paese straniero a meno che non si registrino sul sito ‘viaggiare sicuri nel mondo"'.

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