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Ticket costosi e attese infinite, italiani in fuga dalla sanità pubblica

È quanto emerge dall’ultimo Rapporto PIT Salute di Cittadinanzattiva sul servizio sanitario nazionale.
A cura di Antonio Palma
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Ticket sempre più costosi e liste di attesa infinite per una visita ma anche per un esame, così gli italiani vengono spinti sempre più lontano dalla sanità pubblica. È il ritratto del servizio sanitario nazionale così come emerge dal 17esimo Rapporto Pit Salute "(Sanità) in cerca di cura", presentato a Roma dal Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva. Dall'indagine emerge in generale una sanità pubblica sempre più lontana dal cittadino quando invece in tempi di crisi questi avrebbero bisogno esattamente del contrario. Delle oltre 24mila segnalazioni volontarie da parte dei cittadini, quasi un quarto infatti riguarda le difficoltà di accesso alle prestazioni sanitarie e tra queste il 58% è relativo alle interminabili liste d’attesa. In effetti spulciando i dati sui tempi di attesa degli esami diagnostici si scopre che mediamente per la mammografia si è passati dai 13 mesi del 2012 ai 14 del 2013, per la colonscopia da 9 a 11, per l’elettrocardiogramma da 6 a 9, per la risonanza magnetica da 8 a 9, mentre per la Tac addirittura da 6 a 12.

I costi dei ticket e il passaggio al privato

Un po' meglio va per le attese delle visite specialistiche che in alcuni sono diminuite. Si devono attendere ad esempio 9 mesi per una visita oculistica, 7 mesi per una visita cardiologica e 6 mesi per una oncologica.  In realtà, come sottolinea il rapporto, più che un'operazione di velocizzazione ed efficienza le attese hanno beneficiato di un sostanziale svuotamento delle liste, nel senso che i pazienti hanno abbandonato il pubblico per passare al privato. Un andamento incoraggiato anche dai costi dei ticket sanitari che infatti sono il secondo problema segnalato dai cittadini (31% dei casi). "Nati come sistema per calmierare i consumi, sono diventati una vera e propria compartecipazione alla spesa sanitaria, pari al 3% del Fondo Sanitario" ha spiegato Costantino Troise, segretario dell’Anaao, Associazione che riunisce i medici ospedalieri, aggiungendo: "Questa politica dissennata sta spostando pazienti e introiti dal pubblico al privato, perché ormai non è più conveniente".

"Ridurre i ticket e aggiornare i Lea"

Come ricorda il coordinatore Tdm-Cittadinanzattiva, Tonino Aceti, "I cittadini oggi hanno bisogno di un Servizio sanitario nazionale  pubblico forte, che offra le risposte giuste al momento giusto e che non aggravi la situazione difficile dei redditi familiari. È un punto di partenza imprescindibile per impostare la cura appropriata per il Ssn, che non può essere messa a punto senza il coinvolgimento delle organizzazioni dei cittadini". "Dobbiamo innanzitutto ridurre i ticket, scongiurare nuovi tagli al Fondo sanitario nazionale e governare seriamente i tempi di attesa di tutte le prestazioni sanitarie, e non solo di alcune come accade ora, mettendo nero su bianco un nuovo Piano di Governo dei tempi di attesa, fermo al 2012" ha proseguito Aceti, concludendo: "Infine è fondamentale agire seriamente sui Lea, aggiornandoli dopo 14 anni, oltre che strutturare e implementare un nuovo sistema di monitoraggio che fotografi la reale accessibilità degli stessi per i cittadini".

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