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The Economist: “Il risultato peggiore per l’Italia? La vittoria di Berlusconi”

La Torre di Pisa più pendente che mai, con le fondamenta quasi distrutte: è questa l’immagine che The Economist sceglie per rappresentare il nostro Paese a dieci giorni dalle elezioni politiche. Con una domanda che resta senza risposta…
A cura di Redazione
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"Le elezioni del 24 e 25 febbraio avranno conseguenze ben oltre l'arco alpino"; parte da questa consapevolezza il servizio di punta del prossimo numero del settimanale "The Economist", che affronta il tema delle imminenti elezioni politiche italiane. Del resto, "se la terza economia della zona euro non riuscirà a rilanciare la crescita e a generare nuova occupazione, non solo gli italiani perderanno le speranze, ma anche i loro vicini settentrionali perderanno la pazienza, e la zona euro si sfalderà". Uno scenario che riflette ovviamente le preoccupazioni per il risultato delle urne, con la prospettiva dell'ingovernabilità che terrorizza le cancellerie straniere e preoccupa non poco banche e mercati.

Anche se ancora una volta, secondo l'Economist, "il risultato peggiore sarebbe la vittoria della coalizione di destra di Berlusconi: per numerose ragioni personali e politiche, questo giornale continua a considerare il magnate dei media come inadatto a governare". Mentre lo scenario più auspicabile resta la conferma la conferma di Mario Monti alla guida del prossimo esecutivo, anche se "il professore è bravo a governare, meno a fae campagna elettorale". Solo come terza ipotesi "passabile" si pensa invece ad un Governo guidato da Bersani e con Monti all'economia, in modo da ottenere la fiducia dei mercati e delle istituzioni internazionali.

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