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Teste Matte, il libro: Salvatore Striano ci guida nei Quartieri Spagnoli

È da poco uscito in libreria “Teste Matte”, un romanzo scritto a quattro mani dal regista Guido Lombardi e dall’attore Salvatore Striano che racconta la storia di una gang criminale nata nei Quartieri Spagnoli di Napoli alla fine degli anni ’80 e di cui lo stesso Striano era un membro di spicco. Abbiamo chiesto a Sasà, oggi attore di successo, di guidarci in quei vicoli teatro di violenza e emarginazione.
A cura di Andrea Esposito
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Salvatore Striano e Guido Lombardi
Salvatore Striano e Guido Lombardi

È da poco uscito in libreria “Teste Matte” (Chiarelettere editore), un romanzo scritto a quattro mani dal regista Guido Lombardi e dall’attore Salvatore Striano. Il libro racconta la vicenda di una gang criminale, le “Teste Matte” appunto, attiva a Napoli a partire dagli anni ’80 nella zona dei Quartieri Spagnoli, teatro in quel periodo di violenti scontri tra clan camorristici. Abbiamo chiesto a Salvatore, per tutti Sasà, di accompagnarci in giro per i Quartieri per mostrarci i luoghi in cui è ambientato il romanzo.

“ Tutti possiamo morire. Ogni giorno. Ma non tutti viviamo con questo pensiero. Non tutti pensiamo che ogni volta che mettiamo il piede fuori di casa possiamo essere uccisi. La nostra storia è cominciata quasi per gioco una mattina di trent’anni fa. A nove anni e già orfani dell’innocenza". ”

“Teste Matte” è il nome di una gang nata “quasi per gioco” in anni in cui ai Quartieri Spagnoli erano attivi diversi clan camorristici e dove gli omicidi erano all’ordine del giorno. Più che un normale quartiere, addossato alla centralissima via Toledo e arrampicato fin su al corso Vittorio Emanuele, i Quartieri Spagnoli erano, e in parte lo sono tuttora, una vera e propria cittadella, un mondo a sé, dove le persone vivono secondo altre regole e lo Stato, specialmente la polizia, viene percepita come un corpo estraneo, repressivo e violento.

Qui Sasà e altri ragazzi della zona iniziano, fin dall’età di nove anni, la loro carriera criminale fatta di piccoli furti, di attività illegali come il contrabbando di sigarette e atti di vandalismo. Cresciuti in un ambiente violento e pericolosissimo (non sono stati pochi in quegli anni i casi di morte anche tra giovani innocenti a causa di proiettili vaganti) iniziano a ribellarsi alla logica repressiva dei clan che impone regole precise e codici di comportamento, dando vita a loro volta a un gruppo, una gang, che sfidava il potere criminale: le Teste Matte.

Oggi però Sasà non è più una “testa matta” e dopo aver scontato alcuni anni in carcere proprio lì, a Rebibbia, si è avvicinato al teatro ed ha iniziato un percorso che lo ha portato a partecipare a molti film di successo, tra cui “Gomorra” di Matteo Garrone, “Cesare non deve morire” dei fratelli Taviani, “Take Five” di Guido Lombardi.

Insieme a Guido Lombardi, già vincitore a Venezia del Leone d’Oro del futuro con “Là-bas”, ha deciso di raccontare la sua vicenda “per dare un esempio e parlare a quei ragazzi che continuano a fare una vita di merda, a vivere in un mondo tumorale, malato, che puzza di morte che è la camorra. Teste Matte non è un libro di denuncia, non ha il dito puntato, ma la mano tesa per dire alle persone ‘ce la potete fare’, fuori dalla camorra c’è un mondo di fatica, di onestà, certamente duro, ma che non porta alla morte o al carcere”.

Questo libro, fitto di dialoghi e descrizioni che lo fanno assomigliare a una sceneggiatura, diventerà infatti un film che sarà diretto dallo stesso Guido Lombardi e sarà prodotto dai “Figli del Bronx”.

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